Tutta l'arte è magica

 di Andrea Schubert

Dorian X, Misterium Coniunctionis, Courtesy Galleria Schubert

Cosa sia l'arte in effetti è argomento di discussione da secoli. Certo è che chi afferma che l'arte sia magica difficilmente può essere smentito, anche perchè cosa sia la magia in effetti nessuno lo può dire con certezza. Non intendo con questo sostenere che l'arttista sia uno stregone o uno sciamano. Sarebbe troppo riduttivo e drastico, ma forse si potrebbe affermare che l'artista, con la sua opera, voglia esprimere la volontà di conciliare l’assoluto nel finito della sua materializzazione (corpus mechanicum) con l'infinito (corpus mysticum) dello spirito dell'artista, creando in se un nesso tra arte e culto che dalle originali forme primitive arriva fino ai giorni nostri. Questo tentativo, più o meno conscio, viene praticato in ogni forma con cui l'artista si esprime e testimonia la distanza tra finito ed infinito, umano e divino, temporalità ed eternità. Una distanza che è destinata a rimanere incolmabile per quanto ci si sforzi a ridurla ma che è centrale nello sforzo creativo.

Dorian X, Creation Mandal, Courtesy Galleria Schubert


Questa mostra è un'ulteriore tentativo esplicito di unire queste due dimensioni propugnando degli oggetti-figura che pongono le premesse di un infinito relazionale costituente un “testo” come sistema semantico disarticolato, ovvero un sistema che nega lo strutturalismo implicito contenuto nel pensiero di Greimas il quale parla di un sistema semantico organizzato su più livelli di profondità. Un sistema costituito da elementi più semplici, relazionati tra loro e costituenti elementi sempre più complessi. Gli oggetti-figura escono da questo schema strutturalista e si arricchiscono di una quarta dimensione: il tempo. Il tempo concede loro di caricarsi di quella auraticità perduta che secondo Benjamin, con la loro riproducibilità diventano opere post auratiche.
Ma come può un oggetto assumere la connotazione di oggetto-figura?
Forse la risposta rimane sempre non tanto nell'oggetto stesso ma nell'osservatore, o meglio nella dinamica relazionale tra osservatore ed osservato. Ogni osservatore ha un proprio regime scopico in cui inserire l'oggetto osservato. Questo regime è l'insieme di regole apprese, esperienze vissute e cose acquisite con osservazioni precedenti di altri oggetti. Il regime scopico è la regola che attribuisce il significato al segno nella nota relazione del triangolo semantico in cui il segno è qualcosa, che sta a qualcos'altro per qualcuno in qualche modo. Il bagaglio culturale, insomma.

Dorian X, dalla serie Arcane Tarot, The Fool, Courtesy Galleria Schubert