L’oggetto Analogo,

by Maurizio Barberis

Analogo, simile, uguale. Eppure diverso. Così nasce la rappresentazione, così la rappresentazione sostituisce l’oggetto rappresentato. Analogico è un termine che appartiene alla geometria proiettiva: due punti nello spazio, su due piani differenti, sono legati tra loro da una relazione biunivoca, ovvero l’uno è la proiezione dell’altro.

Joseph Kosuth, Object- definition ‘plant’, 1965

Joseph Kosuth, Object- definition ‘plant’, 1965

Così se riduciamo il mondo ad un unico piano di rappresentazione otteniamo una superficie ‘proiettabile’, punto a punto, su un'altra superficie.

Joe Tilson, Mother Earth, 1972, serigrafia

Joe Tilson, Mother Earth, 1972, serigrafia

E questo piano, che potremmo definire piano delle rappresentazioni simboliche, altro non è che il piano dell’arte. Una superficie complessa, che attraverso un gioco di spostamenti analogici costruisce il nostro immaginario percettivo, quel piano su cui proiettiamo le nostre aspettative culturali.

Joseph Cornell, Untitled ( Medici Princess), 1948, Construction, wood box with mixed media, Collezione privata.

Joseph Cornell, Untitled ( Medici Princess), 1948, Construction, wood box with mixed media, Collezione privata.

Così nasce la pittura, e soprattutto la pittura di paesaggio, attraverso le macchine ottiche, quelle superfici di vetro su cui si proiettava punto a punto l’immagine da rappresentare.

Gerhard Richter, Helga Matura, 1966, olio su tela, Dusseldorf, Kunstmuseum

Gerhard Richter, Helga Matura, 1966, olio su tela, Dusseldorf, Kunstmuseum

Così nasce la fotografia, grazie alla possibilità di rendere chimicamente sensibile alla luce quella superficie di vetro.

Nicéphore Niepce, La prima fotografia, su lastra di peltro, 1826, Milano, Fototeca Nazionale

Nicéphore Niepce, La prima fotografia, su lastra di peltro, 1826, Milano, Fototeca Nazionale

La pellicola, per intenderci. Ma ecco apparire un sostituto della visione, che potenzia e differenzia la macchina ottica, trasformando la realtà in un gioco fenomenico. Alludo a quel pezzo di vetro ottico, l’obiettivo, che si inserisce tra la realtà e la sua rappresentazione.

Naum June Paik, Partecipation n.1, 1969, Milano, archivio Daniela Palazzoli

Naum June Paik, Partecipation n.1, 1969, Milano, archivio Daniela Palazzoli

Un sostituto del cervello e in fondo anche un surrogato del nostro immaginario. La realtà si potenzia a spese della verità, deformandola.

Gino Severini, Omaggio a mia madre ( la macchina da cucire) 1912, Milano collezione Palazzoli

Gino Severini, Omaggio a mia madre ( la macchina da cucire) 1912, Milano collezione Palazzoli

Ma giocando su questi principi, relazione analogica tra due oggetti collocati in spazi concettuali diversi, ecco nascere l’esprit contemporaneo dell’arte, da Duchamp e Magritte e sino ai giorni nostri, passando per Kosuth, per l’arte concettuale, approdando al pop di Andy Wharol, Roy Lichtenstein e Claes Oldenburg.

Claes Oldemburg, two Cheesburgers with Everything, MoMa, New York, Philip Johnson Fund

Claes Oldemburg, two Cheesburgers with Everything, MoMa, New York, Philip Johnson Fund

Grazie a questo principio ‘proiettivo’ l’arte diviene dominio del reale, di quella realtà modificata che pone l’accento su fluttuanti associazioni, e, come un serpente che si mangia la coda, riporta la natura dell’oggetto al suo principio oggettivo, assertivo, moltiplicativo.

David Salle, the Tulip mania of Holland, 1985, Olio su tela, The carnegie Museum of Art, Pittsburgh

David Salle, the Tulip mania of Holland, 1985, Olio su tela, The carnegie Museum of Art, Pittsburgh

La fotografia, p. es., grazie alla sua implicita chimicità analogica, moltiplica all’infinito, come in un gioco di specchi, la materia del mondo, generando un continuum vagamente osceno che infine ne impedisce la libera e limpida visione.

Eugène Atget, Negozio di abbigliamento maschile, Avenue Gobelins, 1926

Eugène Atget, Negozio di abbigliamento maschile, Avenue Gobelins, 1926

L’oggetto diviene così ‘Analogo’, ovvero simile, uguale, attraverso una rappresentazione di se stesso che annulla la distanza, reale, tra due piani differenti, ponendo le cose del mondo sullo stesso piano concettuale, spaziale e temporale della loro rappresentazione. Analogica, appunto.

René Margritte, The Treachery of Images ( This is Not a Pipe) 1928, Olio su tela Los Angels Museum of Art

René Margritte, The Treachery of Images ( This is Not a Pipe) 1928, Olio su tela Los Angels Museum of Art