Everyman

di Silvio Fuso

Grandi questioni che mettono sul tavolo domande necessarie e irrisolte (irrisolvibili?). Autore, artista, conoscenza, etica, industria, vana-gloria critica, impegno, sistema (delle arti,della scienza,della politica) ESTETICA!
In pratica partendo dal concetto stesso di autorialità si ripercorre la vicenda del "tramonto dell'occidente": ciechi che conducono altri ciechi.

Peter Breugel the Elder, Everyman, 1558 ca,  “ Always, each man is seeking for himself alone- And everywhere…So how can one stay lost?..”

Peter Breugel the Elder, Everyman, 1558 ca, “ Always, each man is seeking for himself alone- And everywhere…So how can one stay lost?..”

Dice Kerenyi che non si può considerare vivente, e conoscibile aggiungerei, ciò di cui si è persa l'esperienza  spirituale corrispondente; trasponiamo questa considerazione dalla religione all'arte, qual'è la sua esperienza spirituale oggi? E ieri? Da quando dobbiamo far data? Forse il 1800 è una buona approssimazione, perlomeno un accettabile punto di partenza. E cominciano i dolori: pensiamo al volgare collezionista di BEL AMI per poi arrivare ai terribili impressionisti descritti da Zola in OPERA. É il dramma di una potente forza creativa costretta in un "busto" di sordido commercio, con buona pace di tutte le straordinarie estetiche del secolo.

Peter Brugel the Elder, The Merchant Robbed by Monkeys, 1562 ca

Peter Brugel the Elder, The Merchant Robbed by Monkeys, 1562 ca

Jean Clair vede giustamente l'origine della triste parabola nel divorzio tra arte e visioni della conoscenza e della coscienza: l'autore si deve accontentare del suo io, l'afflato del profeta non lo abiterà più, né sarà più strumento per attraversare e capire la vita.

Peter Brugel the Elder, The Land of Cockaigne, 1567 ca

Peter Brugel the Elder, The Land of Cockaigne, 1567 ca

I sussulti non mancano tuttavia, sia all'inizio, che alla fine del secolo: idealismo e simbolismo riconfermano l'Oriente metafisico del gesto artistico; tra otto e novecento si insinua una speranza testimoniata da un'esplosione di bellezza e pensiero.
Sembra ,per qualche anno, che una grande rete abbracci gli artisti europei, che musica, pittura, poesia, teatro parlino di nuovo agli uomini e che le cosiddette avanguardie siano davvero fucine di esperimenti e non palestre di eccentrici egoismi.
Questa ricchezza è così abbondante, così "rinascimentale" da tracimare nell'economia e nella società, si fa strada la convinzione che l'abitare, il vivere stesso possa trovare binari estetici: l'opera d'arte totale preconizzata da Wagner allarga i suoi confini per divenire indirizzo e modello. Sono semplificazioni, naturalmente, ma hanno caratterizzato le più importanti esperienze di arte, architettura ,spettacolo dei primi, fecondi anni del novecento. Speranze, illusioni, tali però da convincere ingegni di prim'ordine della loro possibile realizzazione, di indicare finalmente un luogo per l'utopia.

Peter Brugel the Elder, The Triumph of Time, 1574 ca   “ Yoder a maid and her wight    Come whispering by .  War’s annals will fade into night    Ere their story die.”

Peter Brugel the Elder, The Triumph of Time, 1574 ca “ Yoder a maid and her wight Come whispering by . War’s annals will fade into night Ere their story die.”

Due guerre mondiali, taluni studiosi affermano che si tratti di una sola, terribile guerra, hanno spazzato il campo; la fragile convergenza tra arte  e mondo viene meno, l'assenza di un comune asse antropologico rivela l'intrinseca debolezza di questo sogno.
Arte e utilità, estetica e funzione non troveranno più una simile "atmosfera" e non inganni la nuova forza che mostrano architettura e disegno industriale. Sarà l'arte a farne le spese. Il secondo dopoguerra (quello vero, forse) scopre un mondo diverso dove i nuovi linguaggi della fotografia, del cinema, della pubblicità incarnano e soddisfano i gusti del pubblico e delle masse usciti dalla catastrofe bellica .
Non diciamo a questo punto che arte ed élites sono sempre andate a braccetto: le nostre città rappresentano la miglior confutazione di questa bugia e persino i monumenti della retorica patriottica ottocentesca sono pur sempre arte pubblica.
Certo la pittura era divenuta fatto privato, ricordate Maupassant e Zola? e le avanguardie storiche ci avevano messo del loro, ma è soltanto con il dopoguerra che l'arte si trova orfana di una precisa funzione sociale e spirituale.
Nasce quindi L'ARTE CONTEMPORANEA, gli artisti possono tirare un respiro di sollievo: saranno di nuovo AUTORI. Anzi, le loro sperimentazioni più audaci, le più egoiche idiosincrasie ancora gocciolanti dell'ultima pennellata entreranno subito in musei e gallerie.

Peter Brugel the Elder, The Pride, 1557 ca

Peter Brugel the Elder, The Pride, 1557 ca

La guerra fredda culturale è il titolo di un libro scritto da Frances S .Saunders : fosse vero anche solo un decimo del suo contenuto (mai smentito ed anzi entusiasticamente recensito) avremmo la conferma del ruolo fondamentale di quello che il presidente Eisenhower chiamava APPARATO INDUSTRIAL-MILITARE nel partorire l'arte contemporanea.
Considerazioni brutali, riassunte da me rozzamente e al limite del complottismo, ma sostenute da altri numerosi studiosi e ricercatori e da brillanti scrittori, leggete le pagine di Tom Wolfe a proposito di pop e minimal art.
D'altronde  Nelson Rockfeller definiva l'espressionismo astratto "l'arte della libera impresa" altro che le solite trite rampogne su arte e mercato. Un apparato complesso e onnipervadente  si è sostituito al potere che le religioni detenevano sulla parola e sull'immagine, indifferente a stili e contenuti, privilegia lo slogan che si traveste facilmente da concetto e muta con efficace rapidità seguendo i ritmi dell'economia e della politica.
Per comodità si usa ancora la parola arte, ma la semantica del termine indica ormai pressoché tutto e se qualcosa sfugge si può subito ricorrere all'ennesimo curatore di buona volontà.


Esiste un Ars Perennis? credo proprio di si, esposta a tutti i rischi della Grazia, necessariamente priva di garanzie, regole e ricette, insofferente dei desideri degli artisti, ma tuttavia presente e disponibile.
Dobbiamo però assecondarla: arare i terreni dove possa germogliare, strappare le erbacce che la soffocano, riconoscerla dove fiorisce, affermare le sue ragioni senza compromessi.