Le sculture Utili: i Lalanne
Di Patrizia Catalano
Indubbiamente fa un certo effetto leggere che il Grand Mouflon de Pauline, mobile bar realizzato in bronzo dorato patinato, alpacca e interno dipinto sia stato battuto in asta a Parigi alla modica cifra 2.412.500 (novembre 2019).
Stupisce meno, una volta che si sa di chi è la firma del bel muflone: si tratta dei Lalanne, la leggendaria coppia di designer francesi che, con i loro pezzi unici, molti dei quali di ispirazione zoomorfa, pecore, montoni, rinoceronti, lepri realizzati in materiali di pregio da abili artigiani francesi, ha spopolato prima in Francia e poi nel mondo intero.
Storia curiosa quella di Claude e Francois-Xavier Lalanne una coppia insieme per oltre cinquant’anni nella vita come nella professione che ha creato “sculture con utilità”. Una storia vissuta e condivisa in quella Parigi che diede lustro a personaggi come César, Magritte, Tinguely, Boubat e Niki de Saint-Phalle tutti amici dei Lalanne, con cui condividevano una visione del mondo in cui le arti tutte si confrontavano tarendo giovamento dalla reciprocità.
I loro animali fantastici, ma anche le loro incursioni nel mondo vegetale e minerale ne hanno fatto i capofila di un genere neo organico tanto in voga in questo periodo.
Ma la cura, il segno, la staticità auratica dei loro pezzi, li riporta a un mondo antico, mitologico. Come il gregge di pecore Tropeau Moutons realizzato in vello naturale e bronzo, omaggio alla stratagemma usato da Ulisse per ingannare Polifemo in Odissea, apprezzato dall’established intellettuale parigino e non solo: Gunter Sachs, Yves Saint Laurent, Pierre Bergé, Gianni Agnelli, per citarne alcuni.
Piuttosto che il rinoceronte consolle che ricorda quello dipinto dal veneziano Pietro Longhi nel lontano 1751. E che dire del L'Homme à tête de chou? L’opera piacque a tal punto a Serge Gainsburg che, dopo averne acquistata una, chiese ai Lalanne di poterla utilizzare come immagine di copertina di un suo famosissimo album.
Una storia avvincente questa dei Lalanne che in Italia trova degli epigoni in recenti progetti a firma di autori come Marcantonio, Stefano Giovannoni, e altri. La grande differenza tra la storica coppia francese e gli autori contemporanei sta proprio nelle radici culturali che per i primi affondano nella storia della scultura e nella classicità mentre per le generazioni contemporanee si rifanno visibilmente alla cultura pop. E a questo punto sorge una domanda: ma il design dei nostri giorni ha paura della cultura classica?