Peter Lindbergh e l'anima della bellezza

di Luca Violo

 

I duecentoventi scatti, anche inediti, arricchiti da appunti personali, storyboard, materiale di scena, polaroid, prove a contatto, filmati, stampe monumentali, che coprivano l'intero percorso creativo di Peter Lindbergh, nella mostra Peter Lindbergh. A Different Vision on Fashion Photography, a cura di Thierry-Maxime Loriot, con la collaborazione dell’artista (dal 7 ottobre 2017 al 4 febbraio 2018 alla Reggia della Venaria Reale), svelavano appieno l’immaginario magico di questo geniale protagonista dell’arte fotografica degli ultimi quarant’anni, che nasceva per stratificazioni emotive, che avvolgevano ogni persona di una luce indimenticabile e struggente, perché filtrata dallo sguardo della memoria che oltre la maschera mostrava l’anima profonda della bellezza. Adesso che ci ha lasciato in punta di piedi – il 7 settembre 2019 a 74 anni – con quella grazia che ha contraddistinto tutto il suo percorso artistico, il suo stile ci appare ancor più di prima profondamente glamour e intimamente umano, una rara alchimia di fantasia, passione e voluttà, dove le donne sono le testimoni privilegiate per raccontare il piacere della vita, scandita dalle onde dei sentimenti, che si coglie con soave leggerezza in una sua breve dichiarazione: “La creazione è la nascita di qualcosa e qualcosa non può venire dal nulla. Quando qualcuno crea qualcosa: un dipinto, una poesia, una fotografia, la creatività nasce da un'idea, da un sentimento, da un'emozione o da una combinazione di idee, sentimenti ed emozioni che in qualche modo ‘rinascono’ da tutte le esperienze e prospettive”.

Un fotografo internazionale ma apolide nell’anima, perché Lindbergh nasce a Lissa nel 1944, quando ancora la cittadina polacca, oggi Leszno, era parte della Germania dell'Est, ma cresce a Duisburg, un grande centro industriale e principale polo siderurgico tedesco per la produzione dell'acciaio. Il paesaggio che lo circonda è quello imponente e grigio delle fabbriche e delle miniere, di ambienti desolati che si ritrovano in certe sue ambientazioni, come nell'attenzione ai temi sociali. Inizia lavorando come vetrinista e si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Berlino nei primi anni Sessanta, e cresce viaggiando. Parte diciottenne e soggiorna in giro per il mondo: prima ad Arles per quasi un anno, sulle orme del suo pittore d'elezione Vincent van Gogh, da lui definito “il mio idolo”, poi  in autostop attraverso la Spagna ed il Nord Africa. Sono anni molto importanti per la sua formazione. Tornato in Germania frequenta l'università d'arte di Krefeld, ma non ama la pittura accademica (in quel periodo dichiara la sua vicinanza all'artista statunitense Joseph Kosuth e al Movimento Concettuale), e ancora studente, nel 1969, tiene la sua prima personale nella rinomata galleria d'avant-garde Denise René - Hans Mayer di Düsseldorf.  La passione per la fotografia arriva due anni dopo, nel 1971. Inizia il suo apprendistato come assistente di Hans Lux a Düsseldorf, ma presto apre un suo studio ed è chiamato a collaborare col magazine tedesco Stern e le leggende della fotografia come Helmut Newton, Guy Bourdin, Hans Feurer.  Nel 1978 si trasferisce a Parigi ed è già tra i fotografi di moda più richiesti: arrivano Vogue e le maggiori testate internazionali, le campagne pubblicitarie dei più importanti brand della moda, i ritratti dei personaggi famosi, il successo, la fama. Lo interessa il linguaggio filmico, specie il cinema tedesco da cui in parte deriva la sua sensibilità per un bianco e nero saturo e intenso -il bianco e nero è Lindbergh -che ricorda quello dei direttori della fotografia degli anni Quaranta e Cinquanta, come nelle ambientazioni o nei tagli architettonici che sembrano inquadrature cinematografiche. Ama la danza, il movimento, i suoi scatti non sono mai statici ma seguono l'evoluzione del corpo, l'armonia dei movimenti, l'intreccio di figure, di braccia, mani, gambe, piedi. Una passione che lo porta a collaborare con i grandi artisti della danza, come la tedesca Pina Bausch e la spagnola Blanca Li del New York City Ballet. Ridefinisce il concetto ed i canoni della bellezza. Le sue donne dichiarano carattere e personalità, sono femminili fuori dagli stereotipi, dimostrano una forte identità, e di loro privilegia l’anima. Gioca con i caratteri forti, li sdrammatizza, li traveste, dalla femme fatale all'eroina colte come le dive del grande cinema hollywoodiano, ma percepisce anche quella fragilità tutta femminile che è forza interiore. I suoi ritratti sono intensi, raccontano una storia, gli sguardi disincantati, consapevoli, persi in un mondo intimo e spirituale. Introduce nell'immagine quello che gli storici della fotografia chiamano un 'nuovo realismo', che rende il suo lavoro senza tempo.

Il segreto della sua arte, forse, risiede in questo: essere eternamente contemporanei.

 

John Galliano, Paris, France, 1996 Harper’s Bazaar© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)

John Galliano, Paris, France, 1996 Harper’s Bazaar

© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)

Tribute to Nijinski (Kristen McMenamy), New York, 1993 Harper’s Bazaar© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery). Valentino, Spring/Summer 1993

Tribute to Nijinski (Kristen McMenamy), New York, 1993 Harper’s Bazaar

© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery). Valentino, Spring/Summer 1993

Jeanne Moreau, Paris, 2003. Vanity Fair© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)

Jeanne Moreau, Paris, 2003. Vanity Fair

© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)

Marie-Sophie Wilson, Lynne Koester & Tatjana Patitz, Le Touquet, 1987. Comme des Garçons advertising campaign, S/S 1987© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)

Marie-Sophie Wilson, Lynne Koester & Tatjana Patitz, Le Touquet, 1987. Comme des Garçons advertising campaign, S/S 1987

© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)

Pina Bausch, Paramount Studios, Los Angeles, 1996© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery). Giorgio Armani

Pina Bausch, Paramount Studios, Los Angeles, 1996

© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery). Giorgio Armani

Uma Thurman, Los Angeles, USA, 2011 Vogue Italia© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)

Uma Thurman, Los Angeles, USA, 2011 Vogue Italia

© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)

Michaela Bercu, Linda Evangelista & Kirsten Owen, Nancy, 1988 Comme des Garçons advertising campaign, S/S 1988© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)

Michaela Bercu, Linda Evangelista & Kirsten Owen, Nancy, 1988 Comme des Garçons advertising campaign, S/S 1988

© Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)