Zagarolo è un piccolo paese della provincia di Roma, due volte famoso, vuoi per una celebre pellicola italian trash che vedeva Franco Franchi nel ruolo di protagonista, “ L’ultimo tango a Zagarol”, che per un ben più serio motivo, dovuto alla sua naturale posizione a fianco della collina di Preneste, sede del tempio della dea Fortuna, sulle cui rovine Francesco Colonna costruì il palazzo dove venne concepito il sogno dell’Hypnerotomachia Poliphili. In quel luogo carico di storia, passata e recente, Alain Danielou, celebre indianista, pittore, celeberrimo musicologo, esperto di musica indiana convertito allo shivaismo, scelse di vivere gli ultimi e fecondi anni della sua avventura terrena.
“…Durante i soggiorni romani mi misi…alla ricerca di una tenuta nella zona. Fu casualmente…che ci venne proposta una bella casa di campagna, non lontano da Palestrina. Il paese di Zagarolo, sotto Palestrina, è costruito su uno sperone roccioso che deve essere stato un habitat preistorico…La collina su cui sorgeva la casa…si chiamava Colle Labirinto. Vi trovammo qualche spezzone di colonna di marmo rosa, alcuni resti di architravi. L’ingresso doveva essere anticamente un santuario….In seguito la ingrandii e vi soggiornai a lungo. Il Labirinto era uno di quei luoghi dove aleggia lo spirito e regna la pace. Gli dei mi avevano misteriosamente condotto per mano in un posto favorevole dove sentivo di poter vivere e lavorare….Molti anni dopo,.., grazie agli studi di una storica del posto- Emanuela Kretzulesko Quaranta- sposata a un rumeno, ho scoperto che Zagarolo e il suo Labirinto erano stati con Preneste (l’attuale Palestrina) il luogo più sacro del mondo antico. Secondo la leggenda, Enea,…era sbarcato al Circeo e, attraversando il Labirinto, era andato a porsi sotto la protezione della Grande Dea che dimorava in una grotta sulla montagna di Preneste. Preneste divenne il centro religioso del mondo etrusco. Di fronte alla grotta fu costruito un tempio. I romani, che vi veneravano la Grande Dea nelle sembianze della Fortuna Primigenia, ingrandirono quel tempio che divenne una struttura colossale….Sul tempio si ergeva l’alta statua dorata della dea…… Il tempio fu abbandonato e saccheggiato, ma le sue imponenti struttura esistevano ancora.. quando nel 1436 le truppe di Papa Eugenio IV lo distrussero. Fu poco dopo nel 1484 che Francesco Colonna, figlio di Prospero,…,fece costruire un palazzo su ciò che restava del santuario, allo scopo di proteggerne le vestigia….” ( Alain Danielou, La via del Labirinto)
La casa di Alain Danielou è attualmente sede della Fondazione India-Europa di Nuovi Dialoghi. Naturalmente poco rimane del fascino originario dell’antica residenza di Shiva Sharan.
Ciononostante credo che Danielou sarebbe felice di vedere il Labirinto usato come luogo di incontri tra culture diverse.