Soyer, una stirpe di smaltatori parigini, 1867 - 1914
di Patrizia Catalano
Museo D’Orsay, Parigi
Stirpe, dinastia, famiglia. Sono termini ricorrenti nel mondo dell’arte e stanno ad indicare autori che hanno operato in varie e diverse discipline artistiche, passandosi il pennello - lo scalpello - di padre in figlio.
Una tradizione antica e quanto mai affascinante oggi tutta da riscoprire: siamo in un momento storico in cui si sente sempre più la necessità di ‘raccontare le storie’ oltre che le opere degli artisti. Come se le opere non fossero più fini a sé stesse ma parte di un racconto che comprende anche le vite dei protagonisti, gli incontri che questi facevano, i loro committenti.
Ma non solo. La cultura materiale sta esprimendo un rinnovato interesse per le forme d’arte cosiddette minori. Lo vediamo, stanno tornando in auge (anche in sede d’aste e come forma di collezionismo) quelle che vengono comunemente definite come arti applicate. Parigi ha accolto gioco forza un innumerevole numero di artigiani e di famiglie di artisti, inizialmente per la corte di Versailles e tutti nobili del regno di Francia, successivamente per una borghesia in ascesa che doveva in qualche modo creare il nuovo gusto de La Republique con i suoi autori, i suoi artisti, e ovviamente … le sue dinastie.
Tra queste vi era anche la famiglia Soyer che lavorò a Parigi tra la seconda metà del XIX e gli inizi del XX secolo, specializzata nell’arte degli smalti. A loro il Museo d’Orsay ha dedicato una mostra davvero singolare che chiuderà i battenti il 22 ottobre. Gli anni in cui operarono i Sayer erano quelli di un eclettismo stilistico, in cui la Francia lanciava delle mode, e a cui gli abili smaltatori si adattavano, passando attraverso vari stili, da quello neorinascimentale all’Art nouveau. I fondi dei disegni preparatori esposti del museo d’Orsay forniscono un’idea di quale fu il loro processo creativo.
Lo smalto dipinto era una tecnica caduta nel dimenticatoio che venne riscoperta nel XIX anche grazie a un volume pubblicato nel 1866 da Claude Popelin dal titolo emblematico “Lo smalto dei pittori”.
Paul Soyer era tra questi: cesellatore di formazione, si specializzò nella tecnica degli smalti dipiniti “alla maniera di Limoges”. La sua impresa – grazie alla sua abilità – crebbe rapidamente, facendosi conoscere a fiere ed esposizioni, fino a ricevere una medaglia d’oro in occasione della Esposizione universale del 1878. Il giovane Théophile seguì l’impresa del padre e, nel 1889 proprio in occasione di un’altra esposizione universale, rileva l’impresa di famiglia: insieme a lui la moglie Lucie Dejoux, anch’essa smaltatrice.
I Soyer si fanno una bella nomea in quel di Parigi dove nelle belle case non poteva mancare un loro vaso (meglio la coppia) o un piatto o un vassoio. La dinastia prosegue giungendo alla terza generazione, Jeanne Soyer venne iniziata giovanissima all’arte di smaltatrice e divenne ben presto “La migliore operaia della maison”.
Al d’Orsay è esposta una selezione di disegni preparatori a testimonianza della abilità inventiva dei Soyer, della loro capacità di apprendere i gusti e le mode e di reinterpretarli con gusto e perizia tecnica. Fino al 1914 la dinastia resta fedele allo storicismo portando avanti in particolare una produzione di pezzi in stile Art Noveau con motivi naturalistici e figure femminili. I disegni inoltre permettono di capire il processo di fabbricazione degli oggetti, la scelta dei diversi metalli da usare per la realizzazione delle forme e icolori per la smaltatura