Giovanni Segantini. La luce del vero
di Luca Violo
L’equilibrio con la natura fu per Giovanni Segantini uno dei grandi obiettivi della sua ricerca artistica, che lo porterà nella maturità a un diverso rapporto con il paesaggio, che, oltre ogni artificio tardo romantico e scapigliato, nel tempo immutabile della vita contadina di montagna, fu l’unico capace di restituire un perduto stupore di fronte all’immensa bellezza del creato.
L’artista si pone, solo, di fronte a una natura madre e matrigna, dove il suo occhio si impossessa lentamente del vero attraverso lunghe sedute en plain air e il mondo si contrae e si espande secondo le sue travolgenti emozioni. Nel gesto creativo egli cercava la solitudine, l’armonia, la tenerezza e il calore dell’uomo al cospetto della forza generatrice di tutte le cose. Il divisionismo da crepuscolare diviene terso come le Alpi dei Grigioni, con una pennellata diretta sulla tela che spezza il colore con lingue filiformi, che esaltano la luce con un’intensità quasi mistica. La natura è immanente ma non riflesso dell’orrido, del meraviglioso, del pittoresco e del sublime della grande stagione romantica, bensì solo luce, roccia, prati e orizzonti che si confrontano con il limite umano. Egli vede la montagna con un approccio sensoriale che esalta la fisicità e il mistero infinito della cima come prospettiva spirituale. Il colore si tocca, è denso e impastato con l’oro opaco che accentua la fulgida bellezza di queste cattedrali della natura.
Un artista atipico sia all’800 che al ‘900, perché troppo eccentrico per il primo e poco innovativo per il secondo: in Italia fu duramente attaccato dai futuristi che lo accusavano ideologicamente di essere il simbolo di un ritardo culturale rispetto all’avant-garde dei primi anni del XX secolo, ma altresì premiato dal collezionismo internazionale che lo riconosceva come un maestro dal valore assoluto. Segantini è stato ingiustamente relegato dalla critica contemporanea ad un ruolo di secondo piano nella storia dell’arte italiana, che stride con la coerenza del suo percorso creativo che seppe esaltare tutte le influenze del suo tempo con un modus operandi che univa innovative scelte compositive e prospettiche a misurate quanto appassionate soluzioni cromatiche e tonali.
Il tempo lungo della storia ha dimostrato che la sua singolarità nasce dall’essere anomalo, inconsueto, o più semplicemente originale.