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Mimesis, immagine e forma
Un dialogo tra discipline?
Mimesis, parola greca che indica un processo di identificazione, un’azione simbiotica tra due forme-immagini di diversa natura. Un termine che, nel corso degli ultimi due secoli, ha conosciuto una sorta di ostracismo da parte di quelle forme di idealismo romantico che associavano questa norma ad un uso troppo dottrinale, legato soprattutto all’empirismo e a un realismo didascalico (Auerbach). Viceversa, parafrasando la Repubblica platonica, si potrebbe sostenere che qualsiasi oggetto progettato, immaginato o realizzato, comunque riprodotto in un’immagine con differenti potenzialità d’uso, presuppone tre diversi gradi di approssimazione.
• una forma ‘ideale’, del tutto indipendente dalle sue funzioni, che costituisce un primo punto di Mimesis, che potremmo definire come punto di relazione, un frammento temporale che traduce un pensiero astratto in un’immagine.
• un secondo grado di approssimazione rappresentato dalle possibili funzioni pratiche della forma ideale così immaginata, e quindi da una riduzione dell’immagine ideale ai suoi usi pratici, operazione che potremmo definire attraverso un punto di trasformazione, collocato idealmente tra il modello e l’oggetto che ne deriva.
• infine un terzo grado di approssimazione, ovvero la messa in scena dell’oggetto così prodotto attraverso un Immaginario attivo, che, travalicando la sua funzione pratica pur tenendo conto dei limiti morfologici, si trasforma in opera d’arte, opera concepita come teatralizzazione di un’idea, un processo di sintesi che potremmo definire come punto di rappresentazione.
A partire da queste tre processualità, piccole sculture, fotografie, video, dipinti e disegni, architetture immaginarie, scenografie, possono confrontarsi con una possibile rappresentazione del Tempo, attraverso un’idea di Luce-Movimento, producendo scenari che coinvolgono quella parte della nostra Mente che confina con mondi che esprimono i livelli più profondi di conoscenza
Tre i possibili sviluppi che potranno prendere forma nelle opere
1.LaForma-Tempo Introdurre il Tempo nell’Immagine, senza ricorrere al movimento, percependo nella figura lo Spazio come indipendente dal tempo. Ciononostante lo Spazio è essenzialmente Tempo, e annullare il Tempo significa annullare lo Spazio, trasformando lo Spazio in un’Immagine (Mimesis). Il tempo-movimento si struttura come una Gestalt, che organizza il campo percettivo in funzione di una coscienza ‘intenzionalmente situata (punto di relazione)’ tra percetto e coscienza (Mimesis).
2. La Materia-Luce Luce+movimento: Spazi e forme che si collocano all’incrocio di due direzioni, nel punto rizomatico dove i due assi principali si incontrano. La piega così generata diviene punto di transizione della forma, emergenza formale che pone un problema di discontinuità all’interno di un tessuto che connette luoghi, le cui figure sono alterazioni del nostro sistema nervoso.
3. L’Immagine-Teatralità Della materia come forma fluens e di come questa identità struttura la nostra percezione del mondo. Spezzare la visione, connetterla con il mondo, aumenta la consapevolezza, in quanto ci riallaccia con gli strati profondi dell’essere. Solo allora la visione acquista una qualità profetica-predittiva e infine progettuale, punto di rappresentazione tra una forma e un’immagine. La teatralizzazione di un testo, di un dipinto, di una scultura,attraverso le forme scenografiche dell’architettura, ci racconta le possibilitàdi una nuova dimensione della sintesi tra le arti.