Mimesis
Gli oggetti ci ascoltano
by Maria Antonietta Sbordone
Il pensiero astratto si fa immagine, si trasforma in oggetto, diventa una narrazione attraverso la messa in scena della sua presentazione al mondo. Medium di riflessione, è mezzo di ascolto per sé stesso e per l’altro da sé. La narrazione, attraverso la pratica dell’ascolto, rivela relazioni inaspettate; l’ascolto non si risolve solo ed esclusivamente in una comunicazione orale-uditiva, bensì, introduce una forma di partecipazione estesa.
Pompei Olla con lapilli I sec. d.C. bronzo
Attingere all’ascolto come pratica di comunicazione che va oltre la relazione one-to-one, prospetta un ascolto intrecciato, “entangled” (Heddon, 2017); un ascolto dialogico che si estende in un’apertura radicale verso interconnessioni che indicano un “ascolto con”. Attraverso la pratica dell’ascolto entangled si trasforma il rapporto esclusivo fondato sulla relazione “uno-a-uno” (one-to-one) verso modalità più inclusive che orientano alla formazione di una coscienza dell’essere-con-gli-altri (being-with-others); il confronto si fa sensibile, si coinvolgono gli esseri senzienti in una relazione del “più-che-uno” (more-than-one).
Maria Antonietta Sbordone, Vaso ascolto mondo n1
L’acquisizione di una coscienza di essere con gli altri è cruciale nell’attuale periodo di crisi ambientale. Da quando abbiamo smesso di sentire il mondo, si sono estinti i punti di connessione e si è verificata la rottura ontologica uomo-natura. Per Kodjo-Grandvaux (2021) è necessario un cambiamento paradigmatico “sostenuto da azioni di risveglio, ascolto, attenzione perché l’uomo torni a vibrare con il Tout Vivant”. Recuperare i saperi delle culture non occidentali e intrecciarli con discipline scientifiche ha rivelato i contorni di una cultura condivisa, fondata su un comune sapere e sentire in divenire e che presuppone un tutto vivente che risuona all’infinito. Il coinvolgimento di entità distinte nella pratica dell’ascolto, l’estensione a ciò che non è umano, è insito nella non comune accettazione che la relazione uno-a-uno non esiste, la pratica dell’ascolto risonante e intrecciata (entangled), introduce una relazione del “più-che-umano” (more-than-human) che va oltre l’uomo.
Pompei Situla con lapilli I sec. d.C. bronzo
Ad un primo stadio della relazione ontologica, l’orecchio gigantesco (Branzi, 1991) è lì per ascoltare il mondo. Organo sovradimensionato, intercetta e raccoglie i suoni, ancora non è esplicitato il processo che produce un ascolto che non è fine a sé stesso e non è solo contenuto della forma o dell’organo al quale è ascritto. La prima reazione è immaginare di sentire i suoni. Branzi intende dare forma alla relazione tra l’uomo, la natura, e quella artificiale, una seconda natura piena di immagini, linguaggi e infinite voci. Decodificare è l’imperativo. Il grigio dell’installazione di muri alti 7 metri e lunghi altrettanto, spessi 1 metro, con nicchie scavate che accolgono pezzi di tronco, formano un angolo con un altro muro percorso da onde orizzontali, come per concretizzare le onde sonore che si avvicinano alla rappresentazione scultorea di un orecchio posto in alto.
Maria Antonietta Sbordone, Vaso ascolto mondo, n3
L’installazione Folly 10 ad Osaka (1991) rappresenta il rumore di fondo generico, dove gli elementi sono indistinguibili, le voci si mescolano, il colore grigio dei suoni indistinti rende tutto neutro e inutilizzabile. Branzi rivela la sua fascinazione per le interazioni tra uomo, oggetto e contesti, esplorando attraverso interpretazioni radicali, il confine tra arte, design e installazione. La comprensione degli oggetti come presenze viventi nell'habitat umano, naturale e urbano, ha permesso a Branzi di stabilire con essi complesse relazioni psicologiche, simboliche e poetiche. I padiglioni auricolari si ingigantiscono nei “Vasi all’ascolto del mondo”, smisurati anche qui, raccolgono per contenere le infinite voci, le presenze sonore del mondo non sensibile che interagiscono tra loro e il tutto, nel mezzo interconnessioni che si dispongono ad un ascolto relazionale e relazionante. Dialogano con la materia e con l’aria attraversata dalla vibrazione delle particelle quantiche; il Deep Listening è identificato come ascolto quantico “per ridefinirne i limiti e renderne attingibile l’infinito potenziale. Il mondo infatti non è che un unico, sconfinato campo sonoro di cui noi siamo parte, e come nell’entanglement degli elettroni nella fisica quantistica i nostri corpi sono tasselli di un mosaico in cui ogni elemento è indissolubilmente legato agli altri – il nostro sangue, i suoni, i quanti, le cascate, le galassie – e il semplice atto di ascoltare produce un cambiamento tanto in noi quanto in ciò che viene udito” (Oliveros, 2010).
Pompei Situla con lapilli I sec. d.C. bronzo
L’appartenenza degli oggetti ad un tutto inestricabile li esonera dalla condizione di semplici strumenti, sono parti indistinguibili di un universo allo stesso tempo materiale e immateriale, funzionale e sensibile, e sono in relazione tra loro, di cui le vibrazioni sonore ne costituiscono un aspetto intrinseco. Il permanere degli oggetti oltre l'ambito proprio e il tempo del loro uso quotidiano, li trasla nella dimensione delle entità senzienti in una relazione ontologica con la natura, per approdare ad una “materialità vitale” (Bennett, 2010). Gli oggetti sono pensati per azionarsi a vicenda, fuori dall’utilità umana, dimostrano una relazione dell’essere con l’altro, in una comunicazione profonda. La forma dell’azione giustifica una qualche funzione, sebbene, approssimativa nella concezione umana, ma nuova secondo la teoria dell’Ontologia Orientata agli Oggetti (Harman, 2021). Indica il contenuto della relazione che deriva dall’incontro di più oggetti, e va oltre la relazione orale-uditiva intercettata dall’uomo.
Maria Antonietta Sbordone, Vaso ascolto mondo, n.5
Si ritrova la stessa volontà nel principio di co-esistenza di Jean-Luc Nancy (1996-2001) che identifica la qualità e la quantità delle connessioni che si rivelano “entangled”, inestricabilmente intrecciate dove il colore grigio assume i toni propri della gamma inesauribile delle sfumature dei colori. Walt Whitman è testimone dell’appartenenza al tutto, in “Canto di me stesso (Song of myself)” esprime la nozione di unità spirituale trascendente che sta dietro tutta la realtà materiale. In un suo taccuino c’è l’evidenza della realtà quantica tradotta in letteratura: “L'anima o lo spirito si trasmette in tutta la materia - nelle rocce, e può vivere la vita di una roccia - nel mare e può sentirsi il mare – in una quercia o in un altro albero – in un animale e sentirsi cavallo, un pesce o un uccello - nella terra - nei movimenti del sole e delle stelle …”. In un passo successivo; “Immagino che l'anima stessa possa farlo non essere mai altro che grande, pura e immortale, ma si fa visibile solo attraverso la materia” (Whitman 1921). Ciò che in fisica quantistica si chiama the delayed-choice descrive lo stato delle particelle elementari, secondo una realtà quasi o pre-fisica soggiacente che esiste come energia in uno stato potenziale e può decidere di diventare una materia o l’altra, assumendo che vi è una sorta di realtà sostrata.
Piccola bibliografia orientativa:
Bennett, J. (2010) Vibrant Matter: a political ecology of things. Durham, London: Duke University Press.
Harman, G. (2021). Ontologia orientate gli oggetti. Una nuova teoria del tutto. Carbonio Editore, Milano.
Heddon, D. (2016) The cultivation of Entangled Listening. (in): Harpin, A. and Nicholson, H. (eds.) Performance and Participation. Palgrave: Basingstoke.
Kodjo-Grandvaux, S. (2021) Devenir Vivant. Philippe Rey, Parigi.
Nancy, J-L. (2000) Being Singular Plural. Stanford: Stanford University Press.
Oliveros, P. (2005) Deep Listening: A Composer’s Sound Practice. New York, Lincoln, Shanghai: Universe, Inc.
Whitman, W. (2004 - XIV edizione). Canto di me stesso. (in) Foglie d’Erba. Prefazione di Manganelli G., BUR Poesia, Milano.