Della Pittura

“...Quando scrivo su un autore, il mio ideale sarebbe di riuscire a non dire nulla che potesse rattristarlo, o, se è morto, che potesse farlo piangere nella tomba: pensare a lui, a l’autore sul quale si scrive. pensare a lui con tanta forza che non possa più essere un oggetto e che non sia più possibile identificarsi con lui. Evitare la doppia ignominia dell’erudizione e della familiarità. Restituire a un autore un po’ di quella gioia, di quella forza, di quella vita politica e di amore che lui ha saputo donare, inventare...” (Gilles Deleuze, Dialogues, 1977)

 

Una domanda: La pittura e la scultura contemporanee: nostalgia, mercato o verità dell’arte? Pittura e scultura rappresentano ancora, anche per il mondo contemporaneo l’orizzonte irrinunciabile di qualsivoglia poetica, o, viceversa l’affermarsi e il perdurare di tecniche artistiche tradizionali è solo determinato dalle necessità strategiche del mercato dell’arte?

Tiepolo, L'imperatore Federico Barbarossa infeuda il vescovo Harald von Würzburg con il ducato di Franconia, Dettaglio dell’affresco, Würzburg

1- Una voluta ingenuità

 di Silvio Fuso

La redazione di HA si chiede, e mi chiede, con ovvia provocazione, se la "pittura" abbia ancora una qualche ragione (e diritto) di esistere. Beh, dal punto di vista del Barnum ArteContemporanea certamente si, ma sappiamo che là va bene tutto, e magari fosse solo una questione di soldi.

Tiepolo, La morte di Giacinto, Olio su tela, collezione Thyssen, Madrid, dettaglio

La domanda è invece profonda, importante e, nella sua voluta e mal posta ingenuità, di radicale urgenza, non dimentichiamo infatti che per tempi immemori immagine e pittura si sono sovrapposte perfettamente nella coscienza e nella percezione degli uomini... di qualsiasi "terra". Davvero? O qualche dubbio è non solo ragionevole, ma, addirittura necessario? Non è certo questa la sede per una disamina articolata sullo statuto dell'immagine, tuttavia si può tranquillamente affermare che il dominio, il campo, delle immagini trascende quello della pittura e lo sovrasta.

Tiepolo, Olimpo e i continenti, dettaglio, Würzburg

Un primo,clamoroso esempio lo offre Hans Belting che in "Canoni dello sguardo" contrappone la teoria prospettica araba a quella occidentale. E se siamo ormai ben abituati alla critica radicale del nostro pensiero prospettico, possiamo tuttavia meravigliarci di un mondo che fonde astrazione geometrica e visione immaginale in un caleidoscopio di luce e decorazione. Teologia,scienza e arte convivono in spazi dove la pittura con le sue e nostre storie è completamente assente, ma dove la forza dell'immaginazione attiva è invece del tutto preponderante.

Tiepolo, Enea presenta Didone a Cupido come Asciano, Affresco, villa Valmarana, Vicenza, dettaglio

Vorrei ora tornare alla crasi rinascimentale e a L.B.Alberti (i lettori di HA mi scuseranno se ne parlo così spesso): "...grandissima opera del pittore sarà l'istoria: parte dell'istoria sono i corpi: parte de'corpi sono i membri: parte de'membri sono le superfici..." Didi Huberman, nostro secondo esempio,vede, in queste parole del grande fiorentino, la sentenza di morte di ogni pittura anagogica, la fine repentina di una tradizione che tramite incarnazione e dissimiglianza, sposava l'umano al divino. Non lo seguirò nelle sue analisi sul Beato Angelico, seducenti...e, molto, troppo, tangenti alle utopiche astrazioni di Wasilij Kandinskij, anche se è grande la tentazione di coniugare tradizione medievale e avanguardie simboliste.

Tiepolo, Olimpo e i continenti, dettaglio, Würzburg

Non dimentichiamoci però dell'Angelico e degli affreschi del convento di San Marco, qui la pittura ha segnato un traguardo e celebrato i suoi fasti, acme di tecnica artistica e dolente spiritualità. Un respiro per tutti. E adesso voglio fare io una domanda paradossale: è pittura la Madonna di Dresda di Raffaello? Per gran parte dell'ottocento europeo ne fu l'icona stessa, davanti a Lei Sergeij Bulgakov si convertì, salvo poi pentirsene, e fa parte di quel numero ristretto di opere considerate capolavori assoluti, trionfi dell'umanità. Ma il diavolo abita i dettagli, gli angioletti annoiati ai piedi della Madonna sembrano dipinti apposta per i poster degli innamorati del ventesimo secolo.

Tiepolo, Mose salvato dalle acque, Staatgalerie, Stoccarda

Non diverso l'ambiguo paggio che nel "Mosè salvato dalle acque" del Tiepolo lancia appena uno sguardo, fuggevole e assente alla scena fatidica, la prima irruzione del moderno in pittura secondo Calasso forse, invece, il definitivo distacco del soggetto, l'abbandono di ogni certezza; l'istoria si fa cronaca quotidiana, sublime pettegolezzo.

Rembrandt, Tito allo scrittoio, Olio su tela, Rotterdam Museo Boymans-van Beuningen, dettaglio