HOPERAPERTA

 Georges Sand a Nohant

di Maurizio Barberis\Henry Thoreau

“…Vite, vite, donnez le secret de Dieu à monsieur Georges Sand, qui ne veut pas attendre…” ( Georges Sand, Histoire de ma vie)

Una vita interessante questa, un paradosso femminista intriso di tutti i limiti, umani e culturali del romanticismo letterario del XIX secolo. Una letteratura, la sua, che la critica definisce, forse ingenerosamente, “ …una mescolanza, non sempre felice, di umanitarismo, di socialismo, di misticismo, di occultismo…”. Amantine-Aurore-Lucille Dupin nasce a Parigi agli inizi del secolo sotto il segno del Cancro, figlia di Maurice Dupin, di modeste origini, e di Sophie-Victoire Antoinette Delaborde, di nobili origini. Questa matrice popolana e aristocratica al medesimo tempo, caratterizzerà tutta l’intensa e burrascosa vita della Sand. Dopo un matrimonio infelice, si dedica alla letteratura, sfornando un centinaio di opere letterarie e di pamphlet, di pièce teatrali di scarso successo, e, con altrettanto entusiasmo, si dedica alla ricerca del piacere, infilando da un numero imprecisato di amanti, alcuni illustri, altri meno, altri del tutto ignoti.

Educata dalla nonna, Marie-Aurore De Saxe, donna colta e assai intelligente, vive i suoi primi anni nella residenza di famiglia a Nohant, una tenuta a pochi chilometri dal parco naturale de la Brenne, tra Orleans e Limoges. Vive anche un breve periodo nel convento delle Agostiniane Inglesi a Parigi, a causa di conflitti con la nonna, dove vien travolta da un insolito sentimento religioso e pensa di intraprendere al carriera monacense. Sconsigliata e subito riportata nella magione avita dalla nonna di liberal pensiero, nonché decisamente ostile all’idea di una nipote monaca, trova qui le prime sorgenti della sua ispirazione letteraria ed umana.

Viaggia molto, ha molti amanti, si sussurra che tra questi vi fosse anche qualche esponente del bel sesso, attrici, e soprattutto scrive molto. Molto impegnata politicamente appoggia, dal suo esilio di Nohant, la rivoluzione del ’48, ma non i i mitici moti della Comune, che costarono la vita, causa repressioni di Thiers, a circa trentamila francesi.

Tra i suoi amanti due spiccano per fama e per personalità: lo scrittore Alfred De Musset e il musicista Fryderyck Chopin. De Musset, di poco più giovane di lei, di nobile stirpe ma di borghesissimi costumi, muore molto presto, consumato, com’era tradizione nella ‘belle époque’, dalla vita dissoluta della capitale, la Ville Lumière. La burrascosa relazione con la Nostra dura, tra alti e bassi, poco più di due anni. L’alcolismo, le numerose amanti, forse l’uso di droghe, lo divorano, riducendolo presto ad una larva psichica. Muore a 47 anni.

Con Chopin le cose non vanno molto diversamente. Nato lo stesso anno di De Musset, malato di tubercolosi, non vive molto più a lungo di lui. Incastrato in quel di Nohant dalla famiglia Dupin, poco incline alla vita bucolica, è in continuo litigio con il figlio della Sand, Maurice, e, si dice, vittima di una certa simpatia per la figlia di lei Solange. Considerato dalla stessa Sand come un uomo dall’equilibrio instabile, emotivamente fragile a causa delle sue condizioni di salute, e verso cui nutre più che altro un certo istinto materno (sic). Si conoscono nel ’39 e nel’46 Chopin lascia Nohant per ritrasferirsi a Parigi, dove muore poco dopo.

Georges Sand si trasferisce definitivamente a Nohant nel 1871, dove per qualche anno conduce una vita ritirata e apparentemente serena, velata forse da qualche malinconia per le amicizie scomparse a causa dei moti rivoluzionari e della repressione che ne seguì. Si spegne nel 1876 e, dopo una breve cerimonia religiosa voluta dalla figlia Solanges, venne sepolta nel piccolo cimitero nel giardino della sua amata casa.

La sua visione sociale produce, tra le altre cose, una sorta di utopismo socialisteggiante, volto a combattere, a suo modo, le ingiustizie sociali dell’epoca, il cui climax è dato dall’idea di matrimoni misti aristocrazia-contadini, che avrebbero potuto, a suo dire, ridistribuire ricchezza e occasioni sociali. L’amore, quindi, come utopia.

“…On dit en riant qu’il n’est pas si difficile de procréer: Il ne faut que se mettre deux. Eh bien, non, il faut être trois: un homme, un femme, et Dieux en eux. Si la pensée de Dieu est étrangère à leure exstase, ils feront bien un enfant, mais ils ne feront pas un homme. L’homme complet ne sortira jamais que de l’amour complet..” ( Histoire de ma vie)