RUMORE DI FONDO

di Daniele Menichini

C’è una linea che connette ogni cosa, una linea a volte visibile e a volte invisibile ma che in ogni sua forma reale o virtuale riesce a connettere il tutto. Anche in Architettura è così, o almeno, lo è nel mio modo di pensare ad essa come sintesi di un processo evolutivo, rappresentativo dell’esperienza dell’abitare lo spazio. E’ facile pensare che si intenda per ‘linea’ il disegno di colui che crea uno spazio, ma ovviamente non tutto a questo si riconduce, anche se ne forma una parte inscindibile. La linea è l’elemento di base attraverso cui lo spazio viene pensato, costruito e percepito dal punto di vista dell’osservatore, sia esso chi lo concepisce o chi lo utilizza. Non il punto ma la linea che connette due o più punti è quello che vorrei definire il “rumore di fondo” dietro al quale tutto prende vita; non so se a voi capita mai di percepire questo rumore di fondo che abbiamo nella testa e che stimola la creatività… per molti si sviluppa su una frequenza percepibile solo a un certo punto della propria esistenza … come nel mio caso, per altri questo rumore rimane sempre impercepibile o fastidioso, quasi da non ascoltare.

Daniele Menichini, “Concrete vs Nature” gennaio 2022

La linea connette i punti ma la linea allo stesso tempo è capace di dividere e in architettura lo fa molto spesso perché c'è la tendenza a inquadrare l'espressione del progetto secondo un codice che non ha più senso nella contemporaneità; oggi l'espressione creativa dello spazio dell'abitare, sia esso urbano che architettonico, non ha più la necessità di svilupparsi secondo criteri canonici. La città non è più quella delle linee del cardo e del decumano, l'architettura non è più quella degli orizzontamenti e delle colonne; lo spazio dell'abitare nella sua più ampia scala è in piena evoluzione e non può essere inquadrato nelle rigide regole del disegno riga e squadra. Oggi tutto è parametrico e che cos’è il “parametro” se non il rumore di fondo in cui punti, linee e superfici si muovono nella estrema flessibilità della generazione di uno spazio evoluto? Il rapporto tra gli spazi, tra architettura e urbanistica, è cambiato, anche se dal punto di vista ottico questo non si percepisce. Ciò che è cambiato è il modo in cui questo spazio viene utilizzato e come viene definito il rapporto tra costruito e non costruito. E’ l'uomo, con la sua capacità di adattarsi al cambiamento ed alle nuove necessità, che cambia il codice di lettura delle città e delle architetture.

Daniele Menichini “Inconfortable Houses” aprile 2021 

Non si tratta più di mettersi staticamente in un punto e guardare tutto da una prospettiva centrale, come ci ha insegnato Filippo Brunelleschi, padre della costruzione legittima o prospettiva matematica, ma di percorrere lo spazio cambiando continuamente il punto di vista e la percezione degli spazi, delle superfici, delle linee e dei punti. Il rumore di fondo ci guida nella capacità di interpretare secondo una nuova logica dinamica il movimento di tutto quello che ci circonda e che ci permette di scoprire i dettagli delle creazioni nella città passo per passo. L'uomo ha sempre cercato di immortalare lo spazio e i suoi dettagli in un unico ‘scatto’, per trasmettere l'emozione della sua composizione artistica. Ma in ognuno di questi ‘scatti’ siano essi disegni, quadri, fotografie, c'è molto di più dell'immagine statica della combinazione di punti, linee e superfici…c'è un movimento lasciato libero all’interpretazione, alla lettura di che cosa possiamo trovare al di là della superficie. Il rumore di fondo è lo strumento che ci aiuta a leggerlo secondo un codice personale e secondo la capacità che ciascuno di noi ha di sintonizzarsi con la sua frequenza. Nella pittura si cerca il dettaglio di una sfumatura, di un’ombra, di un rilievo, del tratto e di tutti quegli elementi che non si percepiscono immediatamente. Così è anche nell'Architettura, perché solo dopo una visione generale, da lontano, si riesce, avvicinandosi, a percepire materiali e dettagli decorativi, l'atmosfera e la luce propria di ogni edificio. Ed è proprio la luce il primo segnale che ci consente di sintonizzarci con il nostro rumore di fondo, l'elemento che con il passare delle ore trasforma lo spazio e lo fa mutare attraverso il rapporto tra pieno e vuoto, attraverso la generazione delle ombre.

Daniele Menichini “city virus moving” marzo 2020

La creatività in architettura ha cambiato modello matematico di sviluppo e passando dalla sequenza binaria a un modello parametrico che inserisce altri numeri, altre sequenze ed altri dati e tra questi, per primo, il benessere psichico e fisico delle persone. Nel rapporto tra Uomo Architettura e Città, si è passati dalla ricerca del comfort dell'abitare in simbiosi con la natura, alla ricerca di nuovi spazi, artificiali, in cui svolgere questa funzione. Il rapporto tra uomo e spazio di vita è fatto da una complessità di elementi principalmente legati alla crescita e sviluppo dei modelli sociali, economici e culturali e ha sempre generato conflittualità, poiché alcuni uomini si sono trovati a loro agio nello spazio artificiale mentre altri si sono sentiti costretti in questo modello evolutivo, generando in tal modo sperequazione e disuguaglianza. Ancora una volta il codice interpretativo/creativo di pochi ha costretto altri a vivere con difficoltà l'allontanamento dalla natura, quella natura che piano piano è stata divorata dallo spazio costruito delle Città. Ecco perché non può esistere un unico codice al quale rifarsi quando si devono generare nuovi spazi, ma è forse necessario allinearsi con il rumore di fondo che la natura ci vuol fare ascoltare e che spesso non riusciamo né a sentire né a interpretare, creando uno squilibrio tra uomo e ambiente.

Daniele Menichini,  “the Burning City” ottobre 2021

Il rumore di fondo si amplifica. Chi ha in mano la creatività nel mondo dell'Architettura e della generazione degli spazi di vita non può più fare finta che non ci sia e non può continuare ad esercitare staticamente il suo gesto creativo, deve togliersi i tappi dalle orecchie liberarsi dal peso dei codici binari ed aprire alla dinamicità dei parametri. Il rumore di fondo non è un disagio o un difetto, se lo vuoi ascoltare, ma attraverso quel rumore  ognuno noi, con in mano una matita, può tracciare segni che connettono punti, linee che creano superfici, luci che fanno leggere forme per creare una nuova armonia tra l'uomo e l’ambiente in cui vive.

Architetto e designer, nasce ad Engelberg in Svizzera nel 1968. Nel 1995 si laurea presso la Facoltà di Architettura di Firenze e nel 1996 fonda lo “Studio di Architettura Daniele Menichini”, che si occupa di progettazione, interni, allestimenti, design, comunicazione visiva ed art direction di aziende nel settore dell’arredamento home e contract. All’accurata ricerca teorica affianca un attento lavoro pratico nel campo dell’Architettura, degli interni e del design dedicandosi allo studio delle problematiche dell’abitare e del vivere contemporane con un approccio eco-responsabile. Tra le molte attività quella di Presidente dell’Associazione Culturale Green Hub e l’insegnamento presso l’Ecole Superieure d’Architecture et Design di Tunisi. E’ stato parte del team curatoriale del Padiglione Italia “Comunità Resilienti” alla 17° Mostra Internazionale di Architettura Biennale di Venezia.