Cosmè Tura, Annunciazione, Ante dell’organo del duomo di Ferrara, 1469“.. Dei tempi più antichi restò nel Tura null’altro, e non dire sia poco, che la disposizione mentale, simile a quella di tutti i creati dello Squarcione…..”  ( Roberto Longhi, Of…

Cosmè Tura, Annunciazione, Ante dell’organo del duomo di Ferrara, 1469

“.. Dei tempi più antichi restò nel Tura null’altro, e non dire sia poco, che la disposizione mentale, simile a quella di tutti i creati dello Squarcione…..” ( Roberto Longhi, Officina Ferrarese)

Dell'invisibile soglia

By Maurizio Barberis

Duccio, Predella della Maestà, recto, L’Annunciazione, Londra, National Gallery, 1308-1311

Duccio, Predella della Maestà, recto, L’Annunciazione, Londra, National Gallery, 1308-1311

" Mi limito (........) a ricordare ancora la mia tesi, che la storia della funzione nell'allegoria più antica, così come la storia della funzione nella letteratura più moderna, si potrebbe scrivere nuovamente se la si intendesse come pendant poetico della 'storia spirituale dell'invisibile' parimenti ancora non scritta. Se nella progressiva illustrazione delle tre sfere trascendenti dell'invisibile (regno nascosto di Dio, mondo intermedio delle istanze religiose, mondo interiore del conflitto dell'anima) si vede la nuova impostazione caratteristica della poesia cristiana di fronte al canone antico di ciò che è rappresentabile e degno di essere rappresentato, allora anche la seconda grande soglia epocale, la svolta del romanticismo verso l'estetica della soggettività e l'opposta fondazione di una poetica del moderno ad opera di Baudelaire, si sposta in un nuovo orizzonte problematico…" ( Hans Robert Jauss, Estetica della ricezione, Guida editore, )

Beato Angelico, Annunciazione, Museo del Prado, Madrid, tempera su tavola, 1435 circa

Beato Angelico, Annunciazione, Museo del Prado, Madrid, tempera su tavola, 1435 circa

Il limite che ci vien posto dalla nostra ragione costruisce il bordo invisibile attraverso cui si dispiega il movimento del logos verso l'eidos, dell' impercepibile verso il percetto, della non-materia verso la materia, del pensiero verso la forma.  La soglia è posta dalla nostra ragione, delimitata dal bordo, dalla nascosta frontiera che ci consente di allargare, all'infinito, quei confini del visibile sottratti al dominio dell'ineffabile. Questo è forse il segreto compito dell'arte? Selvaggia occupante della frontiera,può far posto solo in seconda battuta alle istanze razionalizzatrici della scienza: scientia sine ars nihil?

Simone Martini, Annunciazione, Galleria degli Uffizi

Simone Martini, Annunciazione, Galleria degli Uffizi

"Un'arte è vitale fintanto che è interpretativa, fintanto, cioè, che manifesta qualcosa che l'artista percepisce con maggior intensità del proprio pubblico e più intimamente. Se egli sarà l'unico veggente fra i ciechi, costoro lo seguiranno soltanto e fintanto che le sue asserzioni sembreranno vere o saranno provate tali (............) La funzione di interprete è massimo onore per le arti; e proprio per questa ragione, noi vediamo che la pietra di paragone dell'artista, la prova del suo onore, della sua autenticità, è data da una specie di precisione super-scientifica. Egli deve continuamente distinguere fra le sfumature e i gradi dell'ineffabile" (Ezra Pound, La psicologia e i trovatori, in ‘Opere scelte’, Mondadori, 1970, pg. 786/787)

Piermatteo d’Amelia, Annunciazione, collezione Isabella Gardner Boston

Piermatteo d’Amelia, Annunciazione, collezione Isabella Gardner Boston

L'arte può quindi rendere testimonianza della trascendenza, del regno nascosto, del mondo intermedio e dei conflitti dell'anima. Allegoria e simbolo traducono l'immanenza del pensiero attraverso la via maestra della visione e iniziano all'esperienza dell'invisibile.  Poiché da sempre l'invisibile è segnato dall'idea di trascendenza e dalla necessità di fondarne l'esperienza attraverso la visione del simbolo. Infine, come corpo simbolico della verità ontologica, i due estremi della lucentezza e dell'ombra, del riverbero nel buio, ne delimitano la configurazione, le estreme polarità fenomeniche. E' tra questi due estremi che procede l'inseminazione razionale, la costruzione del regno visibile, che costituisce la traduzione immanente del regno nascosto. E' ancora una volta un problema di soglia. Tra la massima lucentezza e la più feroce oscurità si aggirano i questuanti, gli imbarazzati monaci della Verità.

Fra Bartolomeo, Annunciazione, Duomo di Volterra, 1497

Fra Bartolomeo, Annunciazione, Duomo di Volterra, 1497

La maschera di Florenskj o l'ombra di Tanizakj. Soglia tangibile, questa di Tanizakj, che ci consente di rendere visibili il periodare tra le tre realtà immaginali, del regno nascosto, del mito e dell'anima. Soglia tra  luce e ombra, dove nell'ombra si ritrovano, come parti diaboliche, i frammenti del nostro abisso, e nella luce, come parti simboliche, i frammenti delle nostre certezze. La luce unisce, l'ombra unisce, che cosa dunque separa? Entrambe, al loro massimo, implicano l'assenza di visione, o meglio, la cecità dell'occhio. Entrambe, al loro culmine, possono essere lette e viste come campi, luoghi, visivi totali.

L'ombra di Tanizakj si propone come un modello radicato nella sensibilità orientale, una forma che nega consistenza ontologica all'ipostasi della luce. Al contrario l'occidente ha trasformato l'intuizione in relazione logica, facendo divenire la luce il luogo simbolico della ragione. Vedere e non vedere sono, in questo caso, semplici varianti di una condizione fenomenica che si traduce nella libertà dello spirito solo a condizione di adottare le regole che ne modellano i contorni. 

Leonardo Da Vinci, Annunciazione, Galleria degli Uffizi, Firenze, 1472/1475

Leonardo Da Vinci, Annunciazione, Galleria degli Uffizi, Firenze, 1472/1475

L'invisibile, nella sua interezza infinita, è vissuto dunque come un luogo di soglia, di passaggio, che si incarna attraverso una maldestra concretezza, a portata delle nostre fragili possibilità intuitive.

Le rappresentazioni del paesaggio e del confine sono, tra le immagini del regno nascosto, quelle che più 'allegorizzano' le possibilità dell'invisibile di identificarsi con la materia fenomenica. Possibilità, che come dicevo, possono far precipitare in uno spazio preciso e circoscrivibile le nostre fragili connessioni con la trascendenza, le nostre intuizioni sull'intuizione: 

“ ..ogni principio è lieto, la soglia è il luogo dell’attesa..”.

Sandro Botticelli, Annunciazione, tempera su tavola, 1489/1490, Gallerie degli Uffizi, Firenze“.. L’indomani, mentre Maria stava presso la fonte per riempire la sua brocca, le apparve un angelo del signore e le disse:- Beata sei, Maria, perché nel t…

Sandro Botticelli, Annunciazione, tempera su tavola, 1489/1490, Gallerie degli Uffizi, Firenze

“.. L’indomani, mentre Maria stava presso la fonte per riempire la sua brocca, le apparve un angelo del signore e le disse:- Beata sei, Maria, perché nel tuo seno hai preparato una dimora del signore. Ecco verrà dal cielo una luce per abitare in te, e per mezzo tuo risplenderà sul mondo intero..” (Vangelo dello pseudo-Matteo, 9.1-2)