Il Museo, a un certo punto

by Ico Migliore, architetto e designer

Ico Migliore nel suo studio milanese

Ico Migliore nel suo studio milanese

Visitare un museo fino a oggi era un’operazione che richiedeva molti sforzi, portando spesso a un forte dispendio di energia: mi riferisco ai grandi musei quelli che raccolgono le mostre più importanti e che facevano i numeri in termini di quantità di visitatori e di biglietti staccati.

Torino, Museo Egizio, ph by Andrea Martiradonna

Torino, Museo Egizio, ph by Andrea Martiradonna

Ora c’è l’opportunità, dettata dalla pandemia, di ripensare gli spazi museali. Questo non significa ridefinirne i percorsi, porre le dovute barriere di plexiglass e i rilevatori di temperatura: questi sono accorgimenti che hanno a che fare con la sicurezza e la salute, ma che non generano bellezza e armonia, al contrario la oscurano. Compito degli architetti, condiviso con curatori e direttori dei musei, è riformulare il modello ‘narrativo’ del museo.

Varsavia, Chopin Museum, ph by Marcin Czechowicz

Varsavia, Chopin Museum, ph by Marcin Czechowicz

Tornare a questo luogo pensandolo come il baricentro della nostra vita culturale, uno spazio da vivere e sperimentare con più assiduità e non in modo bulimico come accade oggi.

Leonardo e la Madonna Litta, Museo Poldi Pezzoli, Milano, ph by Andrea Martiradonna

Leonardo e la Madonna Litta, Museo Poldi Pezzoli, Milano, ph by Andrea Martiradonna

Fino a questo momento, parafrasando il mondo del cibo, ha vinto il modello ‘a buffet’: tanti contenuti spesso indifferenziati. Trovo quest’approccio profondamente sbagliato. Credo piuttosto che nel modello ‘trattoria’, con il menù della casa, e pochi piatti sapientemente cucinati.

Varsavia, Chopin Museum, ph by Marcin Czechowicz

Varsavia, Chopin Museum, ph by Marcin Czechowicz

Può essere faticoso, richiede uno sforzo maggiore da parte di tutti, ma è necessario, se vogliamo sfruttare il patrimonio che abbiamo a disposizione in Italia. Dobbiamo considerare il visitatore non come un turista ma tornare a proporre una medicina a lento rilascio. Questo può significare molte cose: strutturare orari più flessibili, la possibilità che un biglietto possa essere utilizzato più volte per tornare e ritornare al museo o a quella particolare mostra. Offrire la possibilità di studiare, disegnare all’interno delle sale museali, per un museo più fruibile.

Torino, Museo Egizio, ph by Andrea Martiradonna

Torino, Museo Egizio, ph by Andrea Martiradonna

E soprattutto esporre meno, esporre meglio, creare più empatia tra pubblico e opera. Il compito di chi progetta è assecondare tutto questo, la definizione degli ambienti, con la luce, l’audio, il tempo espositivo, lo ‘spazio’ della cornice o della teca.

Se dopo questa pandemia possiamo dire che i medici ci hanno aiutato a sopravvivere ma dobbiamo convincerci che i musei ci aiuteranno a vivere. E non solo i grossi musei ma anche quelli più piccoli: sarà una grande opportunità se i mini musei magari in piccole località di provincia saranno in grado di reinventarsi mettendo in scena delle opere uniche di cui l’Italia è ricchissima e diventando un volano per il territorio.

Torino, Museo Egizio, ph by Andrea Martiradonna

Torino, Museo Egizio, ph by Andrea Martiradonna

Ricordo che quando raccontavo le fiabe ai miei figli partivo sempre da “c’era una volta”, poi descrivevo la scena per poi arrivare ad esclamare: “e a un certo punto...”, e proprio allora negli occhi dei bambini scattava la curiosità e la meraviglia.

Ecco dobbiamo ritornare ad evocare quel “a un certo punto”.