Uno studio romano ( The Sandro Chia way )

by Henry Thoreau

Lo studio di Sandro Chia a Roma, ph by Henry Thoreau, 2003

Lo studio di Sandro Chia a Roma, ph by Henry Thoreau, 2003

Quando fotografai questo studio, nel 2003, l’autore non era presente, ma ne faceva le veci il suo assistente, un signore romano dall’aspetto antico. Così non conobbi Sandro Chia, se non attraverso le sue opere e i pettegolezzi di regime. In quel periodo era all’apice della sua fama, e le migliori gallerie d’Europa e d’America, soprattutto d’America, si contendevano i suoi lavori.

Lo studio di Sandro Chia a Roma, ph by Henry Thoreau, 2003

Lo studio di Sandro Chia a Roma, ph by Henry Thoreau, 2003

La parabola dei trans-avanguardisti non è stata felice, poco amati e molto invidiati in patria da una critica ufficiale che vedeva nel loro successo, nel successo di una buona pittura, il ritorno del Male, ovvero la coda di Belzebù che sbucava da sotto il cavalletto.

Lo studio di Sandro Chia a Roma, ph by Henry Thoreau, 2003

Lo studio di Sandro Chia a Roma, ph by Henry Thoreau, 2003

Già il cavalletto, strumento quanto mai denigrato. Nessun artista dotato del senso del bon ton internazionale, avrebbe osato tenerne uno in studio, che, si sa, il pittore da cavalletto era figura quanto mai impopolare nelle anticamere dei critici a-la-page. E Chia non faceva eccezione. Nel suo studio si respirava l’atmosfera del loft newyorkese, con tanto di motocicletta parcheggiata all’interno e un educato disordine a testimoniare il senso scenografico del mio ospite.

Lo studio di Sandro Chia a Roma, ph by Henry Thoreau, 2003

Lo studio di Sandro Chia a Roma, ph by Henry Thoreau, 2003

Ho cercato di rendere al meglio questa contraddizione, tra un sapere che non abbisogna di parole e parole che a volte oscurano un sapere.

Lo studio di Sandro Chia a Roma, ph by Henry Thoreau, 2003

Lo studio di Sandro Chia a Roma, ph by Henry Thoreau, 2003

“…talvolta una momentanea sfumatura di luce tempestosa può investire una scena dozzinale o troppo familiare d’un carattere che ben potrebb’essere stato tratto dai recessi della fantasia. Allora potremmo dire che questo particolare effetto di luce, quest’improvvisa inserzione di fili d’oro nella tessitura del fienile, e dei pioppi e dell’erba conferisce qualità artistiche alla scena; che diviene simile a un quadro. E tali giochi delle circostanze sono più comuni in paesaggi che hanno per sé scarso rilievo; poiché, in tali scene, tutti i particolari materiali vengono così agevolmente assorbiti da quell’espressione informatrice di luce passeggera, ed elevati da essa, in tutta la loro estensione, a un nuovo e incantevole effetto..”

( Walter Pater, da La scuola del Giorgione)

Lo studio di Sandro Chia a Roma, ph by Henry Thoreau, 2003

Lo studio di Sandro Chia a Roma, ph by Henry Thoreau, 2003