Sugerio, san Dionigi e i robot
di Silvio Fuso
È la prima chiesa gotica, necropoli reale (millenaria), dedicata a san Dionigi e difesa, da Sugerio, contro Bernardo, in nome di san Dionigi (un altro però, l’Areopagita). Sfregiata dal dadaismo sanculotto e restaurata dal re dei “falsari” Viollet le Duc. La grande storia e la grandissima arte stracciano i sogni teosofici delle avanguardie novecentesche e le negazioni del nichilismo filosofico. Estetica come “veicolo”della Grazia, ornamento e lucente oro come figure dis/simili della tenebra divina... ombre dove tutto pare confondersi, invece è la chiara complessità del percorso umano di cui nulla sapremo dire senza la superflua verità della bellezza.
Un salto e un po’ di autobiografia (senza santi). 1985 a Palazzo Fortuny, si inaugura la mostra “Robot, giocattoli degli anni della fantascienza”… giocattoli? Forse nostalgia? No,mi ricordo proprio di no, di certo, invece, un antidoto, un piccolo “cave” alla nascente “atmosfera digitale” e alla sua pretesa di fondere estetica e tecnologia, funzione e immaginazione. I robot colorati dei fifties non sono peraltro troppo innocui, parlano di conquiste e di battaglie, un po’ idoli e un po’ avatar delle nostre fantasie.
Il più famoso di tutti loro Robby, del pianeta lproibito, è pericolosamente vicino al mondo dell’Id come, freudianamente, era allora chiamato l’inconscio e allude, senza troppi veli, al genio di Aladino e ai suoi ambigui doni, San Dionigi, decapitato, cammina ancora e, pochi passi, deposita la sua testa tra le mani di Catulla. In qualche modo, da questo spropositato miracolo, nasce il deposito reale francese e il gotico! Dal Golem, mistico e provvidenziale automa al servizio degli oppressi origina ROBOT, giocattolo e fantasma. ROBOT chiamiamo le macchine che metteranno la parola fine al lavoro umano.
Credete davvero esistano macchine celibi? O abbiamo ancora bisogno dei miracoli?
PS: Avevo intenzione di aggiungere a questo “pensierino” due note, esplicative, diciamo così. La prima avrebbe specificato i termini medievali della contesa tra iconoclastia e iconodulia (Bernardo vs. Sugerio). La seconda, facendo mie le acute osservazioni di Tommaso Trini doveva far chiarezza sulle differenze fra omuncolo e automa e sulla loro possibile convergenza in ambito alessandrino (l’Egitto e l’animazione delle statue). Meccanica e organicismo magico.
Giustapposte potevano mostrare, forse, come non si possa eludere l’invadenza della “funzione”. Mi è parso un eccesso ego/metalinguistico: resta il cenno! E... ovviamente, spero e credo nei miracoli. Rendono possibile il necessario.