Firenze è priva di boschi…
di Rainer Maria Rilke *
“…Firenze è priva di boschi, appena qualche povero albero cittadino qua e là; ma le sue chiese sono come boschi. Nell’interno della Santissima Annunziata, ad esempio, o in Santo Spirito potrei sedere volentieri un’ora e più, leggendo. Specie in Santa Maria Novella, nei vecchi e comodi stalli del coro sotto il Ghirlandaio, potrei rimanere ancora più a lungo, senza leggere.
Questi affreschi mi sembrano il lavoro più gentile del Ghirlandaio: immagini di novelle nel significato più pieno. Illustrazioni concise della storia di Maria. A destra in basso: il noto affresco rappresentante la nascita di Maria.
La stanza puerperale di una nobile dama fiorentina, simile a quella raffigurata da Andrea del Sarto nell’atrio della Santissima Annunziata, descritta diffusamente e pazientemente, così come fanno i vecchi che vorrebbero sempre ricominciare da capo; resa un po’ loquace dalle tante oziose dame che con aria abbastanza indifferente guardano nel vano del coro e condizionata dal proposito del pittore di lusingare, immortalandole, quante più bellezze fiorentine. Già a quel tempo, credo, nell’impegno di raccontare antiche storie risapute, si incominciò ad avvertire un certo impaccio; si dovette pure sentire quanto poco pittorico fosse l’obbligo costante di offrire un’azione invece di una situazione, l’avvenimento invece della possibilità dell’avvenimento.
Si cercò allora una specie di compenso, nei ritratti, riconosciuti come compiti, nobili, pregevoli, e si insistette su di essi, accanto all’architettura, e alle conquiste recenti della prospettiva lineare, andando molto al di là dell’occorenza, come per giustificarsi dinanzi a un’altra epoca. Questo modo ricorda la rassegnata alzata di spalle del sottoposto dietro al padrone: “Se non vuole altro!”...” (da Rainer Maria Rilke ‘Das Florenzer Tagebuch’, traduzione italiana di Giorgio Zampa, SE edizioni)