La Superficie Assoluta
Della corretta visione delle cose in relazione al tempo
È una superficie che comprende l’osservatore e l’osservato, priva di delimitazione, a-peiron, priva di confini.
“...Il campo visivo non è un oggetto, è un assoluto di presenza o di esistenza. Anche il suo caratter di superficie (o di quasi superficie) non esige una dimensione perpendicolare. E’ una ‘Superficie Assoluta’, non immersa in uno spazio a tre dimensioni, si potrebbe dire anche una ‘Superficie-Soggetto’.
Dire che una ‘Superficie Assoluta’ esiste, è equivalente a dire che ‘c’è coscienza’, poiché la coscienza non è un ‘Punto Soggetto’ che si dovrebbe aggiungere, fuori dalla ‘Superficie Assoluta’?”. (Raymond Ruyer)
1.
Dello Spazio (verso l’Architettura)
La luce, come elemento di dissoluzione allotropica dello Spazio, determina un cambiamento delle qualità percettive e un’evoluzione costante delle facoltà associate alla visione, evoluzione partendo da una visione storicamente monocentrica approda a un nuovo modello di visione, pluricentrica, anti-prospettica e sin-cronica, di una temporalità sostanzialmente dia-cronica. Tempo e spazio non più fenomenicamente antagoniste bensì con-partecipative di un nuovo modello spazio/temporale.
Un nuovo modello non più fatto di centralità ma di dispositivi relazionali che di fatto costituiscono una rete di riferimento, in cui il nuovo appare come sintesi di soggetto-oggetto, di tempo-spazio, di luce-materia. Dispositivi Naturali, che appartengono cioè al mondo già creato e Dispositivi Artificiali, che costituiscono una nuova sintesi tecnologica. Così un profumo, un odore o il ricordo di un sapore o di un colore possono entrare a pieno titolo in un nuovo sistema relazionale e allo stesso modo in cui un interruttore, una tastiera o lo schermo di un video possono creare sistemi e associazioni sostanzialmente nuove.
Memoria e Ricordo entrano a pieno titolo, in quanto dispositivi relazionali. In una struttura di nuove fenomenologie antiprospettiche, ridisegnando una geografia del tempo che conduce dal momento temporale all’eterno a-temporale.
2.
Della Forma (verso la Scultura)
Rappresentazione vs espressione, razionalità vs emozione.
La forma di un oggetto si dà sempre come una rappresentazione a priori delle sue qualità funzionali-razionali. Quando disegniamo, progettiamo o pensiamo ad una cosa di fatto tendiamo a determinarne le qualità attraverso un a-priori funzionale. Di fatto però, se nell’idea di una superficie assoluta è compresa la memoria o il ricordo, più che delle funzioni si dovrà render conto, nella messa in scena di una nuova figurazione, delle sue espressività emotive, che rendono di fatto un assoluto la superficie del disegno di un nuovo oggetto. La razionalità, intesa come condivisione di una sensazione, cede il passo all’emozione di un atto che si svolge nel tempo e che il tempo conserva come un eterno presente.
Così un bicchiere non è soltanto un contenitore vuoto di un qualsivoglia materiale, ma nel ricordo dell’atto, il contenuto diventa dominante e dal bicchiere la forma trapassa nell’azione del bere, nelle sue potenzialità emotive, tendendo a darne un disegno in cui la superficie ne acquisisce tutte le valenze emozionali che sono appunto determinate dai particolari valori simbolici che gli oggetti acquisiscono attraverso il colore o la texturizzazione di un materiale, attraverso il depositarsi nella memoria del ricordo di quel particolare evento a discapito delle funzionalità primarie dell’oggetto stesso. L’oggetto scompare dunque nella sintesi temporale che l’accumulo dei singoli ricordi a lei associati produce, laddove rimane unicamente la forma come rappresentazione di un astratto e la superficie ne rappresenta enfatizzandone le valenze espressive. La forma dunque si dà ancora una volta come superficie, sintesi di emozioni pregresse e promesse di emozioni future.
Colore e texture determinano i valori simbolici attraverso cui l’oggetto trapassa dalla sua funzione all’insieme delle emozioni che ne governano la percezione: emozioni legate a parametri di Relazione, Identità, Complessità, Iconicità, Simulazione.
Pseudologie Fantastiche, ovvero, la Scomparsa dell’Oggetto: speculare ma contraddittorio rispetto alle potenzialità immaginative della Forma un oggetto viene definito soltanto attraverso una transfer immaginale, attraverso l’invenzione di una forma che sta a quest’ultimo come la realtà, il quotidiano domestico, alla sua Imago. Tanto iperbolicamente inutile la seconda quanto concretamente attiva nell’uso la prima. Cangianze come mimetizzazioni della Forma, sciolta nell’atto che la comprende,attraverso il progetto di una superficie. Colore e texture determinano i valori simbolici attraverso cui l’oggetto trapassa dalla sua funzione all’insieme delle emozioni che ne governano la percezione, determinando la sua scomparsa come funzione e la sua assunzione nel cielo dell’immaginario.
3.
Dell’immagine (verso la Pittura)
La luce come memoria di un tempo eternizzato, l’immagine come forma simbolica. La superficie/immagine diviene interfaccia tra il mondo dei fenomeni e il mondo dell’immaginazione attiva, prodroma di figure originarie, laddove il colore diviene archetipo di una forma/luce a-topica. Immagine/Luogo: u-topico è un luogo inesistente con caratteristiche di realtà, e l’a-topico è un luogo esistente con caratteristiche di irrealtà.
L’Imago-Immagine si presenta come a-topia: non-relazionale, non-identitaria, non storica Immagine, Imago, Luogo.
La superficie/Imago può essere pensata attraverso le tematiche legate alla smaterializzazione dell’oggetto e alla sua trasformazione in figura, alle problematiche di soglia, tra cui quelle contenute nella definizione delle interfaccia attiva nel campo del design e dell’architettura, al ribaltamento della nozione di utilità e infine attraverso le esperienze di riduzione minimalista delle forme, attraverso le esperienze dell’interazione tra spazio e luce, attraverso la ripresa della nozione barocca di luogo legate alla complessità della superficie stessa. L’imago-immagine-luogo come Soglia: Vedi la nozione di Spazio Virtuale, nuova frontiera dell’immagine intesa come superficie assoluta=luogo assoluto Identificazione dell’immagine con l’idea di un luogo assoluto, Soglia di conoscenza e creatore di nuovi itinerari: (vedi a questo proposito, tra gli altri, l’esperienza del vulcano dell’artista James Turell e delle soglie percettive di Robert Irwin.)
Esperienza vs identificazione. Il luogo/superficie diventa relativo ed identitario attraverso la sua inclusione all’interno di un bordo e assoluto nell’annullamento di quel bordo, diviene cioè esperienziale e luogo della memoria/pensiero (Bergson). Nel pensiero è il tempo. Nel pensiero l’idea di eternità. Tempo=Pensiero=Memoria.
Il Pensiero è Policentrico e Allotropico.L’immagine/luogo, assurge dunque a simbolo della rappresentazione ‘fotografica’ del reale, segno dove acquisisce l’autonomia di una Forma di Pensiero.
Uno= forma prima del paesaggio ovvero un paesaggio dove il luogo si identifica la Memoria: la memoria, una memoria dell’immanenza, del presente del passato e una premonizione del futuro, anch’essa memoria, rende giustizia al tempo dell’uomo. La memoria diviene superficie assoluta, quel punto all’infinito con cui ci giochiamo il senso dello spazio e lo proiettiamo nel tempo.
L’immagine cessa di essere testimonianza dell’immanente, specchio di un presunto mondo reale e si spezza, si trasforma e si deforma, si moltiplica usurpando il piano divino per rendere conto di un altrove che trascende i sensi dell’uomo.
Cessa di essere immagine per divenire Imago, testimonianza resa attraverso una memoria che supera il semplice
dato sensoriale per bussare alle porte dell’infinito. In questo modo l’immagine, fatta Imago, si pone al di là del semplice statuto figurale e attraverso l’elemento stocastico, attraverso la magia stocastica dei dadi lanciati con mano ispirata, diviene eidolon, memoria di un tempo che non appartiene più all’uomo, ma a uno spirito paracleto che appare e scompare attraverso un’eterna cangianza del Mondo…
La superficie assoluta
Aiutino per spiriti smarriti, incerti e affannati
1. Interno vs Esterno
Approccio olistico riguarda, nel caso della superficie assoluta, la definizione
di qualcosa che metta in relazione le due parti di un oggetto-soggetto,
ovvero l’interno e l’esterno, il dritto e il rovescio: l’esterno è denotativo (oggettivo),
p.es mi dice che cosa sto guardando, l’interno è connotativo (emozionale),
classifica l’ordine delle emozioni e delle relazioni causali.
Interno ed esterno divengono qui un’unica superficie, composta
nella nostra mente come un continuum significante, una continuità estesica
2. Selezionante
La SA presuppone la necessaria e indispensabile presenza di un soggetto
selezionante, che si pone non più come il destinatario finale, utente fruitore
del progetto, ma come parte integrante del progetto stesso.
3. Movimento
Movimento. Il corpo si muove e la macchina utilizza, come necessaria
conseguenza, un apparato sensibile fatto di ricettori, un sistema nervoso che
costruisce una sensorialità olistica sempre più simile a quella dell’uomo.
Si costituisce così una catena olistica fatta di sensorialità relazionate e condivise.
Un insieme infinito di relatività che costituisce il tessuto della superficie assoluta.
Quindi le forme che ne derivano sono sempre inserite in una relazione
spazio-temporale percepita come unitaria da una coscienza-memoria esterna.
Emozione da e-motion ( francese) mettere in movimento
Sensazione = sensus ationis, un movimento dei sensi, un’azione dei sensiì
4. Relazioni
Realazione: esterno>interno> (selezionatore 1+selezionatore 2) nella divisione tra colui
che progetta, colui che muove e colui che decide il percorso: esempi: taxi, libro, architettura etc….Ovvero qualsiasi oggetto che possieda una doppia superfice
5. Elementi
Quali? Lo specchio e tutte le superfici riflettenti con un minimo o un massimo
di incidenza che va dalla trasparenza alla perfetta specularità,
oppure le deprivazioni sensoriali come la camera an-ecoica o il ganzfeld,
come premessa alla destrutturazione-ricostruzione di un’immagine,
ovvero di un campo visivo che richieda l’intervento dell’osservatore per divenire
a sua volta significante, un campo che non si dà come un a-priori percettivo
ma come un a-posteriori percettivo.
6. Caso/errore
Come motore di una scoperta? Importanza del caso nella determinazione di una
forma significante: la mela di newton o il panettone? In entrambe le situazioni
l’evento casuale diventa scoperta perché accade alla persona giusta, in grado
di trasformare l’evento casuale in conoscenza.
Il caso per diventare significato/significante deve essere etero guidato
(selezionatore): qualsiasi meccanismo/automatismo/macchina, per quanto perfetto ha
bisogno, per produrre azioni significanti, di un elemento esterno che selezioni azioni significanti (catena di Markov). Da questo si deduce l’importanza del ruolo
di un selezionatore di decisioni esterno all’automatismo: combinazione casuale
(senza selezionatore esterno) di 24 lettere = dieci miliardi di secoli per ottenere
una stringa di parole con un significato esterno, visibile.
Con un selezionatore esterno = 2 ore