The Collectible House
Una casa per l’arte
di Henry Thoreau
Il rapporto con il Tempo: Il collezionista salva e conserva il ricordo del mondo, per congelarlo, attraverso la formula della ‘Casa Museo’, in uno spazio a-temporale, sin-cronico e mono-dimensionale.
Alla ricerca del Consenso: L’opera del collezionista, come autore e creatore di mondi, trova rifugio in un luogo privilegiato, che abbisogna della consapevolezza e del consenso degli altri, utilizzando le categorie estetiche dominanti, le cui virtù superano di gran lunga le potenziali motivazioni economiche
Il collezionismo come Gesto Poetico: Il gioco dell’assemblaggio collezionistico diventa per i surrealisti 'le jeu savant' che porta alla scoperta della ‘poesia naturale’, della creatività ‘du hasard’. E’ quindi il valore immateriale, poetico, al di là dell’ambizione personale di un ego deciso a dare forma a un mondo su misura, che cristallizza l’universo degli oggetti in una sorta di sempiterno paese dei balocchi.
…La mia casa è l’universo di cose, frammenti di esperienze che l’occhio del collezionista scompone e ricompone, per dare vita e immagine al suo sogno di appartenenza. Il mondo, questo spazio freddo e ostile, mi diviene familiare e amico, domestico (addomesticato), attraverso l’accumulo selettivo di oggetti, segni, che ricomposti in buon ordine nella mia casa danno significato, e quindi senso di appartenenza, al mio essere nel mondo……Attraverso questo puzzle psichico salvo e conservo il ricordo del mondo, per congelarlo, attraverso le forme istituzionali del museo o meglio ancora, per trasformarlo in una casa museo…
…Il mio operare, quello del collezionista, è quindi simile e vicino, strettamente imparentato, a quello del fotografo immortalato da Roland Barthes nella Camera Chiara, la cui opera è tesa a congelare un momento del passato. Le nostre due figure, o almeno i risultati del nostro agire, si intrecciano in un nodo indissolubile nel desiderio di sconfiggere la precarietà della vita…Ma la casa è sempre la ‘mia’ casa, e le cose oggetto della mia ansia collezionistica son pur sempre le ‘mie’ cose. La collezione riflette dunque in maniera esclusiva il ‘mio’ punto di vista, il ‘mio’ desiderio di rifondare il mondo, di rendere chiara la mia appartenenza ad esso. Entro certi limiti, quelli delle mura domestiche, le cose segnano un passato, una storia, un ricordo assolutamente personale…
…La mia casa, Casa Museo, riempita dall’ansia compulsiva del collezionare, opera come un modello cognitivo totalizzante e produce da un lato il possesso di un sapere, dall’altro il dominio delle forme attraverso la fuga nello spazio domestico…Due le principali azioni a cui mi dedico, l’accumulo e la selezione, che sono condizionate vuoi dalla passione vuoi dalla necessità razionale di dare ordine a un universo che sento confus...La Casa Museo è dunque il luogo di elezione dove svolgo contemporaneamente le due azioni, quella dell’Io che si ritira e si protegge, (accumulo) e quella del Sé che mette in scena la dialettica tra pubbliche virtù e vizzi privati (selezione)...