Che ve ne pare del Sangallo?
Palazzo Sacchetti a Roma
di Henry Thoreau
Tra le dimore storiche più importanti della città, la sua fondazione è storia nota. Giuliano da Sangallo, architetto del papa, amico del Raffaello romano fecit. Nei secoli il palazzo passò di mano più volte. Prima casa del Sangallo stesso, poi venduto ai Ricci di Montepulciano e all’arcivescovo di Napoli, per finire infine nel 1600 nelle proprietà della famiglia dei marchesi Sacchetti, fiorentini d’origine e romani d’adozione.
Quando fotografammo questa maestosa dimora ci fece da cicerone l’ultima erede della famiglia, abituata ad ospitare in quelle preziose sale il meglio della cultura e della politica romana.
Fu un’esperienza emozionante, perché il palazzo conservava intatte nei secoli quelle magnifiche forme che l’avevano reso celebre ai suoi tempi come la più importante dimora romana. O quasi. Affreschi distribuiti in dodici saloni, e tra questi opere di Francesco Salviati, Pietro da Cortona e Jacopino del Conte.
La luce. Ecco la luce, quella luce che era la più straordinaria decorazione di questi spazi. La calda luce dei meriggi romani, filtrata dagli spessi tendoni damascati, disegnava fantastiche volute sugli arredi preziosi, sui marmi, sui meravigliosi pavimenti in cotto toscano. Una luce che parlava di storie e di storia, di Roma , d’Italia e, perché no, d’Europa.
Ma tutto questo è molto probabilmente desinato a finire. Il palazzo è in vendita. Duemila e passa metri quadri di storia, giardino all’italiana con affaccio sul Tevere compreso nel prezzo, finiranno probabilmente come un resort di lusso o, peggio, come sfizio di uno di quei nuovi miliardari alla Jeff Bezos che lo trasformeranno nella cuccia dei loro cani da guardia.
Ho fatto un sogno. Sognare non costa nulla (Miracolo a Milano?). E allora ecco che il Ministero della Cultura assieme al Ministero delle Grandi Opere sponsorizzato da Paperon de Paperoni, si fa avanti, blocca il tutto con un’opzione di ‘interesse (orgoglio?) nazionale’, compra l’antica dimora e apre un meraviglioso museo dedicato alle arti di tutti i tempi.
Caffetteria e bookshop compresi.
Scherzavo, naturalmente..