Paradeison
di Maurizio Barberis
" La langue et la philosophie grecques rappellent ce concept anaximandrite, dès lors qu'elles méditent sur la différence entre la mixis, mixture discrète de grains de riz égarés parmi des grains de blé,à voisinages solides et bords définis, et la krasis , coupage continu de vin et d'eau, pénétration intime et fluide, comme sans frontières."
(M.Serres, Les origines de la géométrie, Flammarion, 1993, pg.85)
L'idea di compenetrazione ci impedisce di bloccare la forma, di isolarla in un istante che assuma valore di assoluto. Ed ecco riapparire le nozioni di discreto e continuo, applicate ai bordi delle materie, ai gusti e ai sapori, alle mescolanze che l'occhio compie con le sue limitate capacità di distinguere. Mixis e krasis indicano infatti solo la differenza di scala, l'acutezza di un'immagine, o la raffinatezza di una sensazione. La mescolanza avviene quando non si distingue più l'origine, quando il palato non riconosce più né il vino né l'acqua, bensì una terza cosa che ne è risultato. La krasis premette l'idea di sparizione, di continuo divenire in funzione dell'interazione dei fenomeni, mentre la mixis consente di mescolare i grani lasciando i bordi intatti, nascondendoli all'osservatore.
Espiare la colpa della nascita e della fondazione, 'separazione' dall'unità generale del cosmo. Tutti i riti di fondazione prevedono la divisione e la separazione dal territorio unitario del mondo, e comportano sacrifici propiziatori " In un ambito più vasto le prime tre dinastie cinesi ebbero origine dal suicidio sacrificale del capostipite, compiuto per il bene del popolo in un luogo sacro. Allo stesso progenitore si attribuiva l'ideazione di una danza destinata a diventare, insieme al luogo sacro e al culto dell'antenato, il simbolo del potere della dinastia:" (ma questi tre elementi coincidono in un unico simbolo, giacché la danza del capostipite è lo stesso luogo sacro che danza e che viene danzato)". (Danses et légendes de la Chine ancienne , Marcel Granet). Questi avevano il probabile scopo di preservare dal 'male' il luogo che si era voluto separare dal resto del cosmo.
Comporre un tracciato geometrico sul terreno, circolare o quadrato che fosse, come nel caso del vastu purusha mandala , era un'azione che conteneva una duplice necessità: quella di prendere conoscenza del proprio essere nel mondo, e, attraverso la conoscenza, di separare il sé dal resto del mondo. L'atto della ricongiunzione, implicito nel sacrificio, consentiva il ritorno al luogo di origine, al Paradeison, il Giardino da cui la stirpe di Adamo si era allontanata, dall’Uno al molteplice. Solo attraverso il sacrificio, attraverso un rituale propiziatorio, era possibile evitare che l'atto della separazione avesse un risvolto malefico. E' questa la maledizione originale, contenuta nell'atto di fondazione di un territorio, costruito due volte sul sangue. Sangue della vittima, chiamata ad espiare l'azione, e sangue dell'atto violento, della separazione dal resto del mondo naturale, dal Giardino della Creazione: "La relazione , forse meno ovvia, fra templum, labirinto e mandala consiste nel fatto che il templum, come il mandala, era una "profezia" dell'edificio o della città e al tempo stesso ne garantiva la stabilità e l'inamovibilità in un tempo pieno di incertezze." (J.Rykwert, L'idea di città,)
L'origine del Mandala rimanda all'origine di tutte le cose e si compie attraverso la sequenza separazione, colpa, espiazione, il cui fine è la reintegrazione del sé con il piano cosmico, dal quale è stato separato dall'atto violento della creazione. Nascita e morte coincidono, poiché la nascita, di un individuo o di una città, è una forma di distacco violento dall'apeiron originario, la morte una ricongiunzione, attraverso la giustizia del Tempo, all'unità originaria del tutto. E' attraverso l'identificazione della forma da cui scaturisce la colpa, che Anassimandro indica come la Legge del Tempo, che il Mandala inizia la sua opera di farmaco. Attraverso un percorso che riconduce l'adepto al centro, da cui egli stesso è originato, identificato con la nozione di vuoto, di apeiron, di origine della legge.
La legge interpreta la necessità assoluta del divenire e ne ricompone le cause attraverso il sacrificio cruento. L'origine del male è la soglia dell' apeiron, dove la separazione degli elementi dal principio originario è causa prima della rovina. Ogni cosa, morendo, ristabilisce l'equilibrio e la giustizia della legge, tornando all'illimitato, da cui di nuovo avranno vita. Apollo con la parola, Dionisio attraverso l'indicazione della vita come nulla: " E il sapiente è la bocca di Dionisio quando dice- con designazione davvero eleusina-che "le cose fuori da cui" e "le cose verso cui" sono quelle, onde discende ogni contraddizione e in cui ogni contraddizione si risolve” (Colli La sapienza greca)
"Le cose fuori da cui" e "le cose verso cui" indicano il movimento essenziale di generazione del male: possesso e invidia, knh e kna, Caino, associate al luogo di cui si prende possesso e da cui ci si separa solo grazie alla diamantina coscienza del nulla del sé. Essere come apparenza: "D'altro canto l'essere è una categoria suprema del pensiero, che per la prima volta entra nel discorso di un sapiente, a significare l'illusorio." Colli, La sapienza greca.
L'assenza del sé è l'esperienza più pregnante che possiamo fare laddove l'oggetto del conoscere non è la pienezza dell'essere, ma solo il vuoto e l'eterno movimento dell'illimitato, indicati alla coscienza come concreta esperienza del mondo interiore. “Coloro invero che hanno ritenuto numericamente infiniti i mondi- come i seguaci di Anassimandro e di Leucippo e di Democrito, e più tardi i seguaci di Epicuro- supposero che essi nascano e periscano all'infinito, che sempre alcuni nascono e altri invece periscano. E dichiararono eterno il movimento: senza movimento, difatti, non è possibile generazione né corruzione" ( Simplicio, Contributo alla fisica di Aristotele, in G. Colli, op.cit.)
“…Âme, te souvient-il, au fond du paradis,
De la gare d’Auteuil et des trains de jadis
T’amenant chaque jour, venus de La Chapelle ?…”