Paesaggio senza orizzonte

 La scuola di Los Angels e l’esperienza della soglia

 di Maurizio Barberis

 “ ..solo quando gli uomini arrotoleranno lo spazio come se fosse una semplice pelle solo allora ci sarà fine al dolore senza riconoscere Dio…” (Svetasvatara-Upanisad, VI 20)

 

Larry Bell, 6 x 6,  An Improvisation,  vista dell’installazione alla Chinati Foundation, Marfa, 2014

Larry Bell, 6 x 6,  An Improvisation,  vista dell’installazione alla Chinati Foundation, Marfa, 2014

Negli anni ’70 James Turell e Robert Irwin, giovani artisti leader della cosiddetta area sperimentale della luce e dello spazio della scuola di Los Angeles, iniziarono una feconda collaborazione con la Garrett Corporation, che mise a loro disposizione tecnologie e risorse nell’ambito di una ricerca promossa dal Museo di Arte Contemporanea e dedicata al rapporto tra Arte e Scienza.

 Robert Irwin, Varese Scim, FAI-Villa Panza, 1973-1976

 Robert Irwin, Varese Scim, FAI-Villa Panza, 1973-1976

Una nuova metafisica dunque, supportata dalle ricerche  e dalle scoperte che in ambito scientifico venivano condotte da quella che venne immortalata da Raymond Ruyer come la Gnosi di Princeton. Niente a vedere con la Tyrell Corporation di bladrunneriana memoria. Di fatto i nostri si concentrarono su una serie di aspetti della percezione (in particolare la costruzione del mondo attraverso la psiche) che allora andavano di gran moda, tanto che sia la NASA che la CIA avviarono programmi di studio e di ricerca dedicati alle cosi dette percezioni extrasensoriali, coinvolgendo, appunto, artisti, parapsicologi e gestaltisti di varia natura e genere. Si sa come andò a finire: sesso droga e rock and roll, newage variamente immortalata dal cinema dell’epoca, Cohen e Coppola in testa.

James Turrel, Ekeberg Skyspace, 201°- Ekebergerparken, Ekeberg, Norway, 2013

James Turrel, Ekeberg Skyspace, 201°- Ekebergerparken, Ekeberg, Norway, 2013

Ma la storia continua e i nostri eroi si concentrarono su alcuni aspetti della Gestalt, in particolare le camere anecoiche e il cosi detto Ganzfeld.  Qualcuno li chiamò minimalisti sublimi, dando una connotazione romantica alle loro ricerche. Sta di fatto che questo lavoro generò una nuova sensibilità estetica, un’arte concentrata sull’esperienza e non sulla produzione di oggetti esteticamente fruibili.

De Wain Valentine, Portal Rose, 1969,opera realizzata nel 2014 Fusione in resina poliestere

De Wain Valentine, Portal Rose, 1969,opera realizzata nel 2014 Fusione in resina poliestere

Un paesaggio senza orizzonte, come, con un certo eufemismo Turrell definì le proprie scatole energetiche. Cosa questo significasse effettivamente non è ancora del tutto chiaro, ma si trattava di un’esperienza basata sulla nozione di soglia: la soglia tra due mondi, il mondo della materia, della fisicità della materia, e il mondo della psiche, entrambe considerati come aspetti co-agenti nella realtà dell’uomo.

Doug Wheeler, Untitled, 1968, Plexiglass, neon light, fixtures, wood, 198.1 x 198.1 cm

Doug Wheeler, Untitled, 1968, Plexiglass, neon light, fixtures, wood, 198.1 x 198.1 cm

E francamente, in quegli stessi anni si incominciò a capire come il mondo della psiche non fosse il più creativo dei due, solo il più ricettivo e il più performativo. Quanto a creatività la materia dava decisamente di punti allo spirito. Era più spiritosa. Ci si incominciò a familiarizzare con nozioni come Teorema della non-località, entaglement quantistico, teorema di no-cloning quantistico, etc. tutti aspetti riferibili in particolare alla nuova definizione di un quanto di luce, oggetto quanto mai bizzarro, vista la sua duplice condizione particella e di onda, come dire uno e molteplice al medesimo tempo. Se vi ricorda Plotino non è un caso. Immaginatevi di lasciare il vostro gatto in cucina e ritrovarlo miracolosamente in ogni punto del vostro appartamento che vi guarda e vi fa le fusa. Qualcosa di simile. Tutte nozioni che sino ad allora appartenevano alla psicologia, alla psicanalisi e, perché no, alle discipline più esoteriche, che vennero improvvisamente rivalutate. Una nuova Gnosi insomma.

Eric Orr, Untitled, oil on canavas, 1985

Eric Orr, Untitled, oil on canavas, 1985

Quindi Turell, Irwin e tutto il gruppone degli artisti californiani, Hap Tivey, De Wain Valentine, Larry Bell, Eric Orr, Douglass Wheeler, per citarne solo alcuni, iniziarono a lavorare sulla nozione di soglia, reinterpretata in vari modi e tecniche, ma sempre tenendo ben presente la necessaria partecipazione diretta dello spettatore all’opera.

Hap Tivey, Study of Pearl Moon, Led Light and Acrylic, 42,5x56,25”, 1975

Hap Tivey, Study of Pearl Moon, Led Light and Acrylic, 42,5x56,25”, 1975

Un po’ come a teatro, senza pagare il biglietto. L’esperienza non è fotografabile e l’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica venne messa in soffitta. Back to Romanticism. Turell e Irwin, i leader del gruppo, lavorano, insieme a Ed Wortz, responsabile del dipartimento di Scienze della Vita della Garrett Corporation (non Tyrrell ovvio) alla messa a punto di un’estetica dell’esperienza che trae linfa e ispirazione dal campo energetico del Ganzfeld, che tradotto vuol dire campo totale. Assonanze con l’opera d’arte totale di wagneriana memoria? E anche le ricerche dei simbolisti, Fortuny in testa, nei primi anni del secolo, sembrano casualmente indirizzate sulla stessa traiettoria.

Hap Tivey, red wall, , Led Light and Acry 1977

Hap Tivey, red wall, , Led Light and Acry 1977

Nascono così i famosi volumi cromatici di Turrell e le strane divisioni dello spazio operate da Irwin, generatrici di campi di energia dalla curiosa risonanza psichica.

“ Indeed the ramification  of the Irwin-Turrell- Garrett project so far trascend the immedite parameters of Art and Technologies that is not possible for us to fully know or document the outcome…” ( Jan Butterfiled, in Art Theory and Criticism, 1991, a cura di Sally Everett)

Leçon de tenebre o nuova razionalità?