Leçon de Ténebrè

di Maurizio Barberis

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

“ ..parlerò per chi è lecito - voi profani chiudete le porte - e farò conoscere i pensieri di una sapienza teologica con i quali uomini, mediante immagini congeneri ai sensi, raffigurando realtà invisibili in forme visibili, rivelarono il dio e le potenze del dio a coloro che hanno appreso a ricavare dai simulacri, come dai libri, ciò che vi è scritto riguardo agli dei….

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Nessuna meraviglia che i più ignoranti considerino le statue pezzi di legno e di pietra, proprio come quanti non capiscono la scrittura guardano le steli come pietre, come legno le tavolette e come papiro intessuto i libri...” (Porfirio, Dei Simulacri.)

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Esiste una possibile salvezza attraverso lo sguardo? E’ il vedere una forma di gnosi?  

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

E’ davvero l’àgalma, l’immagine intesa come simulacro, un dono consacrato agli dei, che a loro volta ci ricompensano restituendoci la salvezza attraverso la conoscenza?

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Fotografare una statua: immagine di un’immagine che amplifica e reinterpreta, interiorizzando il dato oggettivo della Presenza, ne moltiplica gli effetti, dando per certa una verità assiomatica, ovvero la qualità noumenica dell’opera, che, viceversa, nel caso della statuaria ecclesiastica, appare come un semplice oggetto seriale privo di aura artistica, ovvero ripetizione standardizzata di un’immagine sacra.

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Che cosa quindi, se non il ritmo del gioco dello spazio e del tempo, la trasformazione in tempo dello spazio o la riduzione a spazio del tempo, produce la magia della presenza?

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Nel gioco di ombre e luci delle sommessa sacralità dell’architettura del tempio si dispone il Ritmo che rende assoluto il relativo:

ne homo separet quod Deus coniunxit.

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Ed è ciò, questo ritmare della figura nel tempio, che la fotografia riproduce nella sua volatile  essenza: l’immagine di un’immagine.

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.

Maurizio Barberis, Leçon de Ténebrè, Milano, in data non precisata.