AU BORD DE LA MER
La casa-museo di Eileen Gray
di Silvia Budai
Roquebrune-Cap-Martin, Costa Azzurra. Nacque come un nido d’amore, quello tra la designer e architetta inglese Eileen Gray e l’architetto rumeno Jean Badovici. Villa E-1027, il cui codice è un riferimento ai nomi dei due amanti, venne progettata dalla Gray tra il 1926 e il 1929. Una casa affacciata sul Mar Mediterraneo che accoglieva due spiriti liberi e bohémien.
“Tutti, anche in una piccola casa, hanno bisogno di sentirsi liberi e indipendenti”, disse la Gray a proposito del progetto. L'edificio è un rettangolo semplice e bianco all'esterno, mentre per gli interni aveva calcolato tutto: in particolare movimenti e abitudini dell’uomo. Ha tenuto conto dell'esposizione ideale per ogni stanza, della vista perfetta, delle emozioni che si creano passando da uno spazio all'altro e degli arredi su misura (tra cui il tavolo E-1027 in tubolare d'acciaio - un materiale che poi avrebbe avuto successo con il movimento del Bauhaus).
La casa presenta ciascuno dei cinque principi dell'architettura moderna definiti da Le Corbusier nel 1923: pilotis, pianta libera, tetto-giardino, finestra a nastro e facciata libera. Quando l'architetto franco-svizzero entrò per la prima volta nella villa rimase sbalordito dalla perfezione di questi elementi e la Gray fu estasiata dall'approvazione del maestro.
Le Corbusier frequentò la coppia per anni, finché i due amanti si separarono e la villa smise di funzionare come nido della loro fuga romantica. Mentre la Gray decise di trasferirsi, Badovici rimase in Costa Azzurra. E Le Corbusier continuò a fargli visita. Infatti, era ossessionato dall’E-1027 e vi trascorse lunghi periodi, in particolare nel 1938-39, a tal punto da progettare il “Cabanon”, la sua residenza estiva, proprio nelle vicinanze.
In realtà, Le Corbusier era apparentemente offeso dal fatto che una donna potesse aver realizzato un'opera così significativa in uno stile che considerava suo. E così, con un vero e proprio atto di vandalismo, concluse il rapporto con Eileen. L’architetto decise di lasciare il segno nella casa dipingendo su quelle bianchissime pareti otto murali provocanti di figure femminili ispirate a Picasso. I dipinti colorati alludevano alla bisessualità della donna e, per peggiorare le cose, Le Corbusier, in un’immagine ormai diventata iconica, si fece fotografare completamente nudo mentre li dipingeva.
Purtroppo ci volle un saggio dello storico dell'architettura J. Rykwert nel 1967 per far ottenere a Eileen Gray il suo meritato riconoscimento. All’epoca, infatti, la casa era stata accreditata come intera opera di Badovici e Le Corbusier e per gli ultimi decenni della sua vita il posto di Eileen nel pantheon del design venne oscurato. Eileen Gray è stata una delle poche donne abbastanza fortunate ad avere la possibilità di costruire qualcosa di importante in un mare di modernisti per lo più uomini che stavano trasformando arte e architettura. Considerata oggi da molti come la “madre del modernismo”, era decine di anni in anticipo sui tempi: bisessuale, indipendente finanziariamente e professionalmente e con uno spirito bohémien.
Nel 1999 villa E-1027 è stata acquistata dal Conservatoire du Littoral, l’agenzia di protezione costiera, e solo di recente è stata ristrutturata e aperta al pubblico come museo vivente, mettendo in luce la creatività che ha guidato il modernismo del XX secolo. Quando i lavori di restauro sono iniziati alla fine degli anni ’90, la casa era in uno stato deplorevole. La sua vicinanza al mare, tanto agognata da Eileen, aveva provocato notevoli danni ai materiali, mentre i mobili originali erano stati venduti e i proprietari successivi avevano deturpato la proprietà con un misto di vandalismo e abbandono. Negli ultimi anni, invece, gran parte degli sforzi dell'associazione Cap Moderne è stata dedicata al restauro dei mobili del soggiorno. E infine, i murales di Le Corbusier sono rimasti lì: sebbene non facciano parte del progetto originale della Gray, da allora hanno acquisito lo status di arte protetta.