Egolatria, tra idillio e incubo 

di Luca Violo

Gerhard Richter, Blumen, 1992, olio su tela

Gerhard Richter, Blumen, 1992, olio su tela

“Amare sé stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita”, è un graffiante aforisma di Oscar Wilde che riassume con geniale sintesi quanto il culto di se stessi sia insito nella natura dell‘uomo e ancora più accentuata negli scrittori e negli artisti che di questo rapporto confidenziale traggono ispirazione per le loro opere. 

Olafur Eliasson, Stardust Particle, 2014, ph Jens Ziehe

Olafur Eliasson, Stardust Particle, 2014, ph Jens Ziehe

Così come la Recherche di Proust è un sublime monumento alla memoria che si costruisce nello scorrere inesorabile del tempo, la serie infinita di autoritratti di Rembrandt celebrano la bellezza e la caducità delle umane sembianze.

Gerhard Richter, Davos, 1981, olio su tela, The Art Institute of Chicago, Chicago, USA

Gerhard Richter, Davos, 1981, olio su tela, The Art Institute of Chicago, Chicago, USA

Ogni opera creativa cela o rende manifesta l’incessante ricerca su se stessi di chi la prodotta.

Olafur Eliasson, Your spiral view, 2002, Fondation Beyeler, Basel Switzerland, ph Jens Ziehe

Olafur Eliasson, Your spiral view, 2002, Fondation Beyeler, Basel Switzerland, ph Jens Ziehe

La vita che brucia nel piacere dell’abisso dei sentimenti in Cindy Sherman, o nelle michelangiolesche nudità di Robert Mapplerthorpe, nel terrore senza espiazione di Damien Hirst, nella forma indefinita  dello spirito di Gerhard Richter o nella forza salvifica della luce di Ólafur Elíasson.

Gerhard Richter, Eisberg im Nebel, 1982, olio su tela, The Doris and Donald Fisher Collection, San Francisco, USA

Gerhard Richter, Eisberg im Nebel, 1982, olio su tela, The Doris and Donald Fisher Collection, San Francisco, USA

L’egolatria è una risorsa inesauribile per ogni artista che scrive con parole, forme e colori il riflesso di un sentimento che aspira all’eternità. Ma in una contemporaneità incerta che mitiga la propria angoscia con infiniti selfie che riflettono una voragine dell’anima che non ha mai fine, l’idillio diventa un incubo che nessuno riesce a vedere, e una colpa da scontare giorno dopo giorno. 

Olafur Eliasson, Cold wind sphere, 2012, Tate Modern, London, ph Jens Ziehe

Olafur Eliasson, Cold wind sphere, 2012, Tate Modern, London, ph Jens Ziehe