Analogico o digitale? A proposito del lavoro di Davide Cantoni
di Carlo Biasia
In questa fase storica in cui la parola "analogico" ha perso il suo originale significato di processo di comprensione del reale per accostamento di elementi simili tra loro, venendo soppiantata dall'idea di qualcosa di appartenente a un'epoca fatta di vinile e celluloide, ha ancora senso pensare l'arte figurativa nella sua forma video come elemento di indagine di un processo fisico?
Il disegno di Davide Cantoni nell'opera SOL non è un semplice ricalco di movimenti , ma un processo di rilevazione del cambiamento e una analisi sulla rappresentazione nell'era digitale. Video-disegno ottenuto dalle rotazioni solari, ogni singolo disegno è stato realizzato filologicamente ridisegnando, prima a matita e poi bruciando con una lente di ingrandimento le fasi di rotazione del sole. Una volta ri-assemblato il video prodotto è una manifestazione filmica di una scelta progettuale. Fino a che punto possiamo sostenere la validità del disegno come metodo di analisi del reale? Sono i limiti del movimento solare il vero momento di indagine della rappresentazione?
I segni in questo specifico caso rappresentano il movimento.
E il montaggio, atto finale di una produzione artistica Lòrànd Hegyi in un suo scrittto del 2010 sull'Opera di Davide Cantoni sostiene che la “coraggiosa e insapettata natura della posizione artistica dell'Autore, consiste in un non compromesso estremismo con il quale egli rappresentta la fragilità ontologica della vita, come fatto ineluttabile”. In questo sfondo narrativo, possiamo sostenere che la fonte di vita del nostro universo, il Sole così rappresentato rappresenti una condizione di mediazione, nella quale il comprendere il reale passa attraverso una interpretazione; analogica, appunto. La necessità di trasposizione digitale, per la fruizione dell'oggetto, nel medium video non diventa quindi solo conseguenza di un processo, ma analisi critica. La carta bruciata, la fortissima e potente fragilità del movimento energetico rappresentata su carta “digitale-dinamica” ne esce come “'prima-materia”
L'enfasi del lavoro viene messa in scena nella materialità della luce. Pathos, melanconia, fragilità e movimento, come ancora dchiarati da Hegyi elementi fondanti il lavoro di Cantoni, alla luce dei fatti che stiamo vivendo, vengono ancora più sottolineati dalla rilettura odierna di questo lavoro, che ci porta a pensare che il nostro sistema abbia sempre più bisogno di una commistione ragionata di genere analogico-digitale.