Marie Cuttoli: il filo rosa che intrecciò arte moderna e tessitura
di Silvia Budai
La figura chiave nel rilancio dell’arte dell’arazzo in epoca moderna è una donna, il cui nome è poco familiare a molti, Marie Cuttoli (1879-1973), un’imprenditrice, collezionista e amante dell’arte moderna francese, che commissionò diversi progetti agli artisti, in particolare ai cubisti.
Marie trascorre la sua adolescenza a Parigi, dove, nel 1920, sposa il politico e collezionista algerino Paul Cuttoli, grazie al cui sostegno inizia una piccola collezione di arte cubista, con importanti opere come Large Nude (1908) di Braque. L’obiettivo della Cuttoli era rilanciare l'arte morente dell’arazzo, una forma di prestigioso artigianato, fiorente tra il Medioevo e l'era barocca. Nei primi anni ’20, mentre fa la spola tra Parigi e Sétif (Algeria), insegna alle donne algerine l’arte della tessitura di capi di moda, tappeti e arazzi, con l’obiettivo di venderli alla clientela francese ed esporli alla Maison Myrbor, casa di moda da lei fondata a Parigi. Marie si avvicina in quel periodo a Jean Lurçat egli commissiona la realizzazione di un tappeto che avrà un grande successo all'Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes del 1925 a Bruxelles.
Così inizia la carriera di Marie Cuttoli, che dura 45 anni, con la stretta collaborazione di importanti autori contemporanei, quali Braque, Miró, Picasso, Man Ray, Le Corbusier. È sulle loro opere che, inizialmente, si basava lo sviluppo degli arazzi, interamente tessuti dalla Galerie Myrbor. Successivamente la Cuttoli iniziò a commissionare disegni da produrre appositamente per gli arazzi. Arazzi che verranno esposti anche negli Stati Uniti e acquistati da importanti collezionisti d’oltre oceano, quali Helena Rubinstein.
Uno dei primi esempi di opere trasferite su arazzo è Glass and Pipe (1917) di Picasso, con il quale Marie instaura un rapporto di amicizia che durerà tutta la vita. Infatti, oltre a lavorare con galleristi e nell’organizzazione di mostre, collabora alla fondazione del museo Picasso di Antibes. Tra i suoi più importanti clienti americani vi fu Albert Barnes che, nel 2020, in una mostra tenutasi alla Barnes Foundation di Philadelphia, ha ripercorso l’intera carriera della Cuttoli. La mostra, “Marie Cuttoli: The Modern Thread from Miró to Man Ray”, curata da Cindy Kang, presentò arazzi e dipinti, disegni, fotografie, vestiti, tappeti e materiale d’archivio, mettendo in luce il fecondo dialogo del modernismo con le arti decorative.
Marie fu ovviamente la protagonista della mostra, ma la sua emarginazione successiva trova spiegazioni nella mancata comprensione del valore dell’arazzo, in cui, in quanto riproduzione, si confonde la distinzione con originale. Il discorso è assai complesso: inizialmente, ci si aspetta che l’arazzo sia fedele in ogni dettaglio al dipinto, ma poi, quando ci si rende conto che da lontano è impossibile distinguere il dipinto dalla replica tessuta, ci si trova di fronte alla negazione stessa dell’arazzo. Ma in effetti, gli arazzi della Cuttoli non furono mai copie esatte degli originali.
Il contributo lasciato da Marie Cuttoli al mondo dell’arte è indubbiamente prezioso. Il suo metodo, la collaborazione con importanti autori, ha anticipato le pratiche contemporanee in cui gli artisti progettano opere che verranno eseguite da altri e, rivitalizzando una tradizione artigianale in crisi, ha spinto l'arte moderna verso un’ ambiziosa sperimentazione attraverso la decorazione. Non solo. Ha riavvicinato molti autori a una forma d’arte “rinnovata”, permettendogli di giocare con nuove trame su una diversa scala e di portare i loro progetti in forme innovative. “Questa era una cosa totalmente nuova che non era mai stata fatta prima da nessuno di questi artisti”, ha detto la Kang.
A questo punto ci si potrebbe chiedere quante altre figure potrebbero essere "riscoperte" se i pregiudizi dettati dalla storia dell'arte venissero ridisegnati.