Quartet
di Patrizia Catalano
II°. Andrea Branzi
Architetto e teorico, artista e designer radicale, ha fondato insieme con Gilberto Corretti, Paolo Deganello e Massimo Morozzi il gruppo Archizoom nel 1966.
Andrea Branzi individua nella ‘questione estetica’ il grande problema del futuro. “Potrei riassumere molto rapidamente, dicendo che degli anni settanta non è rimasto neppure un asilo infantile e la sua influenza sulla cultura del progetto è pari a nulla. Ho vissuto il periodo dall’inizio degli anni ’60, quando il Pop influenzò profondamente la nostra visione del mondo e produsse una “originale rifondazione” della politica. Questa rifondazione coincise con atteggiamenti che puntavano alla fine delle grandi organizzazioni partitiche e alla loro sostituzione con una sorta di assemblearismo e di profeti improvvisati, che ambivano a differenziarsi dalla massa.
In Italia questa specie di “liberalizzazione della politica e dalla politica” si dichiarava extraparlamentare, riversandosi nelle strade, nelle fabbriche e soprattutto nelle Università,occupandole, ma senza mai riuscire a far sentire le sue istanze all’interno delle istituzioni democratiche. Nel nostro Paese le forze in campo, costituite soprattutto da studenti e poliziotti, si rincorsero per le strade e nelle piazze, cercando inutilmente il luogo e il momento di un improbabile scontro finale che aprisse la strada alla Rivoluzione. Ma, come ha scritto Francois Fouret, le rivoluzioni non avvengono quando una società chiede delle riforme che il Potere nega, ma quando le riforme si sono già tutte attuate dentro alla società reale (come nella Francia pre-rivoluzione) e il Potere non è capace di registrarle. Una grande ricomposizione sociale si realizzò qualche decennio dopo, attorno ai temi dell’ambientalismo; largamente condivisi sia dalla borghesia che dai rivoluzionari delusi.
Oggi una minoranza di ambientalisti può bloccare decisioni prese da maggioranze democraticamente elette, con derive imprevedibili, testimonianza dell’enorme importanza che la questione estetica avrà nel futuro dei Paesi occidentali. Il Premio Nobel per la Letteratura nel 1987 Josif Brodskij attribuì il crollo dei Paesi socialisti proprio a una sorta di “collasso estetico”, prodotto da un mondo privo di qualità formali, che aveva avuto come effetto indotto un vasto rifiuto politico, diceva Brodskij che (come nell’infanzia) la categoria del “brutto” è strettamente legata al concetto di “cattivo”: la categoria estetica coincide largamente con la categoria etica. La questione estetica è dunque il grande problema politico del futuro”. un problema che se non risolto produrrà un rifiuto sociale irreversibile.