A proposito di tutti questi orizzonti
Piccola chiosa a ‘orizzonte senza paesaggio’
di Silvio Fuso
Con buona pace dell'entaglement quantistico (ma con un occhio al modello orch-or di Penrose e Hameroff) vorrei dare il mio breve contributo al tema "esperienza" nella sua prevalente accezione all'interno del simbolismo storico.
Cardine di questa poetica, come ben si sa, è la trasmissione di uno stato d'animo dall'artista allo spettatore (diciamo così) reso possibile da un'opera; in tale contesto il critico è ARTIFEX ADDiTUS ARTiFICI , elemento di garanzia e catalisi.
Di soglie ve ne sono quindi e, tutte, efficaci, non autoreferenziali e/o metalinguistiche: servono, insomma, in pratica si identificano con l'opera stessa che è corpo tecnico/materico, luogo medianico della STIMMUNG. Stimmung che, a ben guardare un po' quantistica lo è davvero (Heidegger e Planck?) essendo, contemporaneamente, dentro e fuori di noi, soggetto e oggetto fusi in uno shine: presenza certa, ma, ahimè, non misurabile, ricorda qualcosa?
Bene quindi gli esercizi percettivi, magari con qualche ammiccamento psichedelico(personalmente sono affezionato alla vecchia e biennalistica OP-ART),ma non carichiamoli di troppa, filosofica profondità.
Una cupola Fortuny senza rappresenta zione…..impossibile!